Carabiniere ucciso, la procura: così gli americani hanno ammazzato Cerciello

Carabiniere ucciso, la procura: così Hjort e Finnegan hanno ammazzato Cerciello
In cinque pagine, il decreto di fermo, procura e carabinieri inchiodano alle loro responsabilità due cittadini americani, Gabriel Christian Hjort Natale, 19 anni, nato a...

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In cinque pagine, il decreto di fermo, procura e carabinieri inchiodano alle loro responsabilità due cittadini americani, Gabriel Christian Hjort Natale, 19 anni, nato a San Francisco. Stessa città in cui è nato, sempre nel 2000, l’amico è complice Elder Finnegan Lee. Entrambi sono gli assassini del vice brigadiere Mario Cerciello Rega.


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La tragedia ha la sua genesi con un furto di uno zainetto con il cellulare del proprietario all’interno. Furto che avrebbero compiuto i due americani come rivalsa. Sergio Brugiatelli, gli avrebbe truffati nella consegna della cocaina. Per vendicarsi gli avrebbero rubato lo zainetto, poi i due statunitensi avrebbero pattuito la restituzione del maltolto in cambio di 1 grammo di coca e 100 euro.
 

"Entrambi confermano che l’accordo estorsivo – si legge nelle carte - è da ricondursi in termini di partecipazione al colloquio telefonico con Natale, l’unico a comprendere la lingua italiana”. Accade che i due concordano l’appuntamento con Brugiatelli. “Entrambi escono dall’albergo (Le Meridien in via Cesi) e si muovono in direzione del luogo stabilito per l’incontro, trovandosi di fronte due persone , non quella con la quale avevano inizialmente trattato l’acquisto della droga”.

I carabinieri si qualificano. Come risposta gli americani “ingaggiano una colluttazione con gli operanti che avevano detto loro di fermarsi”. La situazione precipita: “Benché nessuno dei due carabinieri avesse estratto un arma, Elder, bloccato dal Cerciello, estraeva un coltello colpendo più volte al tronco la vittima in zona vitale. Desistendo dall’azione solo quando percepiva di aver sopraffatto il suo antagonista”.


Il militare crolla a terra agonizzante. “I ragazzi fuggivano in direzione dell’albergo e provvedevano poi ad occultare e ripulire l’arma utilizzata”. Poche ore dopo l’assassinio i due sono già in manette: “I due indagati sono cittadini stranieri, avevano preparato i bagagli ed erano in procinto di lasciare l’hotel. Ricorre il concreto pericolo di fuga”. Per questo motivo i pm hanno disposto il decreto di fermo.
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Corriere Adriatico