San Benedetto, stravolto il progetto dell'ex stadio Ballarin: l’archistar Canali toglie la firma

La presentazione del progetto
SAN BENEDETTO - Canali non ci sta a firmare un progetto diverso da quello uscito dal suo studio di Parma. L’elaborato esecutivo per il Ballarin, inviato alla Stazione unica...

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SAN BENEDETTO - Canali non ci sta a firmare un progetto diverso da quello uscito dal suo studio di Parma. L’elaborato esecutivo per il Ballarin, inviato alla Stazione unica appaltante di Fermo, non riporta la firma in calce dell’archistar bensì quella del dirigente dei lavori pubblici Mauro Bellucci. Queste sono ore concitate da parte dell’amministrazione per far tornare sui propri passi il professionista, ma l’operazione non appare semplice. 


La firma del dirigente


Un fulmine a cielo sereno quello che si è abbattuto sul municipio. Anche se da giorni gli uffici e la compagine politica stavano tentando di convincere l’architetto Canali ad apporre la sua firma sul progetto. Ma cosa è accaduto? Nei mesi scorsi era arrivato il progetto esecutivo di Canali negli uffici del Comune e subito il settore lavori pubblici lo aveva preso in carico. Elaborato che è stato riveduto e corretto, limato e soprattutto tagliato per far fronte a fondi che altrimenti non sarebbero bastati. Un “taglia e cuci” che sarebbe piaciuto poco al professionista parmense, un archistar che non intende gettare ombre sul suo nome firmando un progetto diverso da quello che è stato il suo lavoro. Nell’ultima stesura l’elaborato si presentava con una rigenerazione riguardante circa un terzo dell’intero ex stadio. Al posto della curva sud un padiglione con sale multifunzionali per attività sociali e salotti urbani per relazionarsi. A ridosso un museo e un terrazzo con un pergolato in acciaio ricoperto di verse. All’interno un laghetto e un monumento dedicato al Ballarin, con museo multimediale sulla storia sportiva di San Benedetto. Nella zona sud ovest un porticato dà accesso al parco, mentre al posto della curva sud una duna con essenze arboree. 


Per necessità di soldi


Perché un elaborato così ridotto? «Per far quadrare i conti, poi successivamente verranno progettate anche le altre sezioni», queste le spiegazioni da parte degli uffici tecnici. Fatto sta che Canali davanti a tale elaborato non ha apposto la sua firma. Il consigliere comunale di Libera Gino Micozzi, fautore dell’approdo dell’archistar a San Benedetto, spiega: «Si tratta di piccoli dettagli che distinguono i due progetti. Sono le conseguenze di un elaborato realizzato a quattro mani. Altri professionisti avrebbero soprasseduto ma Canali, vista anche la sua grandezza, non ha inteso accettare tali modifiche ma noi confidiamo che possa ripensarci». Non mancano gli attacchi da parte della minoranza a cominciare da Lorenzo Marinangeli della Lega che commenta: «Si può parlare di Cinema Ballarin. Siamo alle comiche dopo tutto quello che si è speso nei viaggi, nel portare avanti l’elaborato, le diatribe che si sono scatenate con la tifoseria e alla fine Canali non firma il progetto. L’assurdo dell’assurdo». 


L’iter


A oggi il progetto esecutivo si trova presso la Stazione unica appaltante di Fermo per affrontare la gara di appalto. Dieci le ditte che sono state sorteggiate delle 80 che si erano proposte. Anche in questo caso una vera corsa a poter realizzare un’opera di Canali che, nel caso nulla cambi all’orizzonte, potrebbero venire a mancare anche i presupposti dell’interesse da parte delle imprese stesse. Per il curriculum delle ditte un conto è realizzare un’opera di Canali e altro dare forma a un progetto di un dirigente comunale. Un vero pasticcio quello che l’amministrazione si trova a gestire anche se in queste ore c’è un corri corri a tirare per la giacchetta l’archistar affinché ci ripensi e firmi.
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Corriere Adriatico