San Benedetto, gli chalet issano bandiera bianca: pronti i ricorsi contro le 10 multe da mille euro (per non avere il servizio di salvamento)

I bagnini di salvataggio
SAN BENEDETTO - Meno di 10 verbali su tutta la costa di competenza. Dalla locale Capitaneria di porto, la comandante Alessandra Di Maglio tira le somme dei recenti controlli,...

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SAN BENEDETTO - Meno di 10 verbali su tutta la costa di competenza. Dalla locale Capitaneria di porto, la comandante Alessandra Di Maglio tira le somme dei recenti controlli, effettuati negli chalet. Sanzionate le strutture risultate operative sul fronte-spiaggia, pur non avendo il servizio di salvamento a mare.

 

 

La polemica


Intanto, continua la bagarre politica, con alcune forze di minoranza all’attacco del sindaco. Ma torniamo alla linea della locale Autorità marittima, secondo la quale - durante tutto il periodo della stagione balneare - gli chalet che decidono di ospitare i bagnanti debbono necessariamente mettere in campo i baywatch. «Avevamo svolto controlli anche a maggio, per l’inizio della stagione - dice l’ufficiale -. In quel frangente, era andato tutto bene. Gli chalet avevano iniziato le loro attività balneari i primi di giugno, in concomitanza con le Frecce Tricolori, e in quel periodo è partito il servizio di salvamento». Mentre sul finire di stagione, la proroga varata dalla Regione Marche (dal 17 settembre al 1° ottobre) ha, paradossalmente, complicato la vita dei concessionari. Uno dei multati è Giuseppe Ricci dello stabilimento Stella Marina che, ieri, ha avuto un incontro con i vertici della locale Guardia costiera: «Un colloquio cordiale, dal quale sono uscito con rassicurazioni per un maggiore coordinamento in vista dell’estate 2024 - afferma l’imprenditore turistico -. La multa che ho ricevuto? Invierò una memoria difensiva e confido che le mie ragioni vengano ascoltate. Quando sono stato ispezionato, mi stavo preparando a chiudere, stavo ripulendo la struttura e la spiaggia. Se in quella fase mi vengono persone che vogliono stare un po’ al mare da me, non posso cacciarle: non fa parte della nostra tradizione di accoglienza». Intanto, in municipio fa discutere la presa di posizione del sindaco Antonio Spazzafumo. In sintesi, il primo cittadino ha sottolineato che il Comune non ha ruolo in tale vicenda ed ha fatto il suo dovere, apponendo una cartellonistica informativa sulle spiagge libere per segnalare l’assenza del salvamento. 


L’attacco


«Il sindaco, come Ponzio Pilato, si lava le mani» attacca la consigliera di minoranza Emanuela Carboni. «Non basta apporre un cartello - sottolinea ancora l’ex assessore della giunta Piunti - il Comune dia il buon esempio, garantendo il servizio di salvataggio sulle suddette spiagge. Prima di colpevolizzare i concessionari che, nella realtà dei fatti, non erano pienamente a conoscenza di questo obbligo: convinti, in gran parte, che non fosse vietato anche prendere il sole sotto gli ombrelloni». La consigliera Carboni punge Spazzafumo: «Dimenticando il suo ruolo di tutela di tutti i cittadini e di mediazione con gli altri Enti, si tira fuori dalla questione non esprimendo la minima solidarietà». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico