SAN BENEDETTO - Mezzo secolo fa, il 20 febbraio del 1966, a 7 miglia marine dalla punta di Capo Blanco affondava il Pinguino. In quel naufragio trovarono la morte tutti i 14...
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Quella notte il motopeschereccio scomparve improvvisamente, sparì dai radar e la radio di bordo restò disattivata.
Una vicenda, quella del Pinguino, che ha distanza di tutti questi anni, ha ancora numerosi lati oscuri soprattutto alla luce della confessione, fatta in punto di morte da un marittimo giapponese che, nel 1990, a 24 anni di distanza dal naufragio, riferì che quella notte il peschereccio a bordo del quale era imbarcato, speronò un'imbarcazione proprio nell'area dell'affondamento della barca sambenedettese.
Sulla vicenda il giornalista Remo Croci ha scritto un libro: "Il Mio Marocco". La tragedia sarà ricordata, domani, con una serie di iniziative organizzate dall'Associazione Pescatori Sambenedettesi. Alle 10 ci sarà la deposizione della corona di fiori dei familiari delle vittime sulla lapide del Molo Nord "Rodi" quindi, alle 11 nella sede dell'associazione sarà proiettato un documentario che ripercorre tutta la tragedia. Nel pomeriggio, alle 17,30, la messa in suffragio dell'equipaggio comparso nella cattedrale della Madonna della Marina. L'amministrazione sarà rappresentata dall'assessore Paolo Canducci che ha seguito in prima persona, i preparativi delle celebrazioni insieme agli organizzatori. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico