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ASCOLI Un’eccezione presentata dagli avvocati difensori dei sei imputati per il crac di circa trecento milioni di euro della Saco ha di fatto slittare le testimonianze dei curatori fallimentari che erano state calendarizzate nell'udienza di ieri. Schermaglie procedurali che avvengono nell'ambito di un processo delicato e complesso. In apertura di udienza, i difensori hanno sollevata una eccezione sulle copie degli atti che non erano state ricevute integralmente.
Il fascicolo
All'interno del fascicolo che è stato consegnato agli avvocati degli imputati, infatti, mancavano alcuni atti e da qui la lamentela formale presentata ai giudici.
Le accuse
Sono imputati per bancarotta patrimoniale aggravata per distrazione, poiché, sempre secondo quanto sostenuto dalla Procura nella richiesta di rinvio a giudizio, in un periodo in cui «era chiaro e conclamato il dissesto della Saco e in vista di possibili azioni esecutive da parte dei creditori, distraevano dal patrimonio della Saco attività patrimoniali e finanziarie» . Nei loro confronti, è stata formalizzata anche l’accusa di bancarotta preferenziale per aver effettuato pagamenti a discapito della “par condicio creditorum” per circa 8,5 milioni di euro e di bancarotta patrimoniale aggravata impropria da reato societario per aver esposto fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, incrementando di conseguenza il deficit patrimoniale della Saco per circa 98 milioni di euro. Davanti al giudice, poi, sono finiti anche i tre componenti del collegio sindacale: , ciascuno per il periodo in cui hanno ricoperto l’incarico. Pur essendo a conoscenza dello stato di dissesto, avrebbero dato parere favorevole nelle loro relazioni.
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Corriere Adriatico