«Villa Torlonia deve essere salvata». Altra petizione a Senigallia: no alla demolizione

«Villa Torlonia deve essere salvata». Altra petizione a Senigallia: no alla demolizione
SENIGALLIA Nuova petizione per fermare l’abbattimento di Villa Torlonia, ormai imminente per fare spazio ad un complesso residenziale. I cittadini si accontenterebbero di...

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SENIGALLIA Nuova petizione per fermare l’abbattimento di Villa Torlonia, ormai imminente per fare spazio ad un complesso residenziale. I cittadini si accontenterebbero di risparmiare almeno la parte centrale. La raccolta firme online “Opponetevi alla distruzione di Villa Torlonia!” è arrivata a quota 226 e adesso si aggiunge una lettera aperta inviata a sindaco e vicesindaco. 

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Il prestigio

Villa Torlonia, che nel periodo più recente ha ospitato un convento di suore, deve il suo nome a Leopoldo Torlonia, il cui fratello Marino era consuocero del re Alfonso XIII di Spagna. A ricordarlo sono gli esperti firmatari della nuova petizione Leonardo Badioli, Ettore Baldetti, Nino Bucci, Gabriela Osti Solazzi e Franco Porcelli. L’edificio aveva ospitato Luciano Bonaparte, fratello minore di Napoleone, e la moglie, la nobile francese Alexandrine de Bleschamp, morta di colera a Senigallia nel 1855, dove si era trasferita ormai malata per respirarne la benefica aria. Chiedono, vista la candidatura di Senigallia a Capitale italiana della cultura, «di prendere in esame la possibilità che la normativa concede al sindaco di annullare o sospendere, in autotutela, i titoli edilizi concessi sulla base di atti fallaci – scrivono - come potrebbe essere il parere della Soprintendenza». 

Il danneggiamento

Non si è opposta alla demolizione perché l’edificio era stato gravemente danneggiato dal sisma del 1930 e i lavori successivi ne avevano compromesso la struttura originale. Propongono un compromesso: salvare almeno la parte centrale, destinandola a sede dirigenziale, convegnistica, di rappresentanza o museale. Si sono appellati anche al presidente e all’assessore alla Cultura della Regione Marche, al Consolato Generale di Francia per l’Italia Centrale, alle dirigenze del Museo Napoleonico di Palazzo Primoli di Roma e dell’Associazione Culturale “Luciano Bonaparte, principe di Canino”.


Una destinazione possibile che, nelle speranze dei firmatari della petizione anti demolizione, dovrebbe convincere chi di dovere a salvare Villa Torlonia.
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Corriere Adriatico