Traviata transgender, gli Arcigay di Ancona e Pesaro attaccano i "no" di Fermo ed Ascoli: «Ipocrisia e grave censura»

Traviata transgender, gli Arcigay di Ancona e Pesaro attaccano i "no" di Fermo ed Ascoli: «Ipocrisia e grave censura»
Traviata transgender, Arcigay Comunitas Ancona e Arcigay Agorà Pesaro-Urbino rispondono ai sindaci che hanno censurato la rappresentazione teatrale del regista Baracchini....

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Traviata transgender, Arcigay Comunitas Ancona e Arcigay Agorà Pesaro-Urbino rispondono ai sindaci che hanno censurato la rappresentazione teatrale del regista Baracchini. L'opera, già vincitrice di un concorso indetto da Opera Lombardia, è andato in scena in numerosi teatri della regione meneghina con la partecipazione di minori e adulti «con buonissimi risultati e acclamazioni». Un successo bissato poi anche nell'anteprima marchigiana di Fano, alla presenza degli studenti di quattro terze medie e Istituti superiori accompagnati dai loro insegnanti. 

«Ci sorprende quindi l’estremo pregiudizio che ha dettato il secco “no” da parte dei sindaci di Fermo ed Ascoli Piceno - rimarcano Arcigay Comunitas Ancona e Arcigay Agorà Pesaro-Urbino - . Siamo invece lieti che vi siano amministrazioni comunali, come il Comune di Fano, che hanno invece supportato la pregevole iniziativa facendo partecipare le scuole. E siamo ben più lieti di apprendere che proprio a Fano l’opera abbia riscosso un enorme successo, proprio tra i più giovani, categoria che secondo alcuni rischierebbe di essere “traviata” dall’opera di Baracchini».

«Spiegazioni poco credibili»

«Pur nascondendosi dietro poco credibili spiegazioni, chi ha vietato la rappresentazione integrale di quest’opera è allegramente inconsapevole dell’attualità dell’opera e dell’assoluta coerenza con l’opera originale di Verdi (autore decisamente trasgressivo la cui opera originale, ricordiamo, attirò a sé critiche e destò scalpore, ma di cui oggi stiamo ancora discutendo) - continuano le due associazioni -. Come associazioni riteniamo questa scelta legata ad un’enorme inconsapevolezza di ciò che succede nel mondo e di profondo scollamento da parte di chi si trova ad amministrare queste città con le persone più giovani. Troviamo avvilente che ragazzi e ragazze vengano sempre pensati come esseri da proteggere tout court da cose che invece conoscono già o che sarebbe bene che conoscessero attraverso il bello, come l'arte può essere, e non attraverso la volgarità e la disinformazione selvaggia che spesso arriva loro in maniera casuale (dai social, dall'internet in generale, dalla TV). Questo tipo di politica vuole allontanare i giovani da ciò che è complesso perché pensa che le nuove generazioni siano uguali a loro, eliminando così l’ennesima opportunità di riflessione e di crescita. E siamo decisamente sconfortati dal fatto che la protagonista dell’opera, una donna trans, venga vista come qualcosa di scabroso, da vietare ai minori».

«Profonda mancanza di conoscenza culturale e scientifica»

Le associazioni, con Matteo Marchegiani segretario Generale Arcigay Comunitas Ancona e Giacomo Galeotti presidente Arcigay Agorà Pesaro-Urbino, concludono: «In questo tipo di dinamica vediamo una profonda mancanza di conoscenza culturale e scientifica, oltre ad un enorme pregiudizio, motivo per cui le nostre Associazioni si rendono da sempre disponibili ad accompagnare le Amministrazioni comunali, le scuole ed ogni altro tipo di realtà sociale/associativa verso un approfondimento di questi temi. Temi senz’altro complessi, ma che proprio grazie a strumenti come il teatro, possono diventare maggiormente comprensibili. Potranno anche cancellare una rappresentazione teatrale, ma non potranno cancellare la vita di numerose persone trans* che continueranno ad esistere, anche stavolta, senza rappresentazioni che le riguardino. La nostra speranza per il futuro è che anche queste amministrazioni comunali possano ricredersi ed aprirsi verso le nuove generazioni ed i temi che tengono ad approfondire, evitando questa dannosa ipocrisia e questa grave censura che può solo ed unicamente arrecare danno a chi si tenta di “difendere”». 

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Corriere Adriatico