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Il rispetto della musica
Aldilà dell’ossequio (o meno) alla tradizione, l’importante per un allestimento innovativo, fino al limite della trasgressione, è che non prevarichi sulle ragioni sempre prevalenti della musica, che impone rispetto, soprattutto in un’opera come questa tanto cara al pubblico.
Il cast
Ma va detto, in risvolto segnatamente musicale, che il bravo soprano che ne interpreta il ruolo, la cantante messicana Karen Gardeazabal, ce la mette tutta per essere all’altezza, per esprimere adeguatamente in corso d’opera le tre esperienze, le tre “voci” di Violetta, quella della gioia e della bellezza nella libertà, quella del dolore per la forzata rottura di un rapporto sentimentale, quella del sacrificio sublimato dalla morte. Apprezzabili, accanto a lei, anche se con personalità meno spiccata, le voci dei partners, l’Alfredo del tenore Valerio Borgioni e il Germont padre del baritono Vincenzo Nizzardo (che sostituiva l’annunciato Andrea Borghini).
Coro e Orchestra al top
Una nota di merito è da attribuire puntualmente all’efficace Coro del Teatro. Nel contesto, ci è piaciuta in modo particolare l’esecuzione dell’opera da parte del giovane direttore Enrico Lombardi, che alla guida dell’Orchestra Sinfonica Gioachino Rossini, pronta a seguirlo con duttile trasporto, ha dato prova di una spiccata sensibilità musicale, aperta a rilevare gli “accenti nascosti” della partitura, con una concertazione ora accorta e asciutta, ora vibrante e tagliente. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico