Alessandra Matteuzzi barbaramente uccisa: oggi la sentenza per Giovanni Padovani. Chiesto l'ergastolo per il calciatore di Senigallia

Alessandra Matteuzzi barbaramente uccisa: oggi la sentenza per Giovanni Padovani. Chiesto l'ergastolo per il calciatore di Senigallia
BOLOGNA - È attesa per oggi la sentenza nel processo per l'omicidio di Aleesandra Matteuzzi nei confronti di Giovanni Padovani, il calciatore stalker di Senigallia...

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BOLOGNA - È attesa per oggi la sentenza nel processo per l'omicidio di Aleesandra Matteuzzi nei confronti di Giovanni Padovani, il calciatore stalker di Senigallia accusato di aver ucciso, il 23 agosto del 2022, la sua ex compagna. La procura bolognese ha chiesto il massimo della pena: «L'orribile crimine di cui si è macchiato Padovani va punito con l'ergastolo».

La sorella della vittima in aula

Il delitto, sotto casa della donna, a Bologna: era stata presa a pugni e colpita prima con un martello, poi con una panchina di ferro. L'accusa: omicidio volontario pluriaggravato. Ad assistere al processo c'è anche Stefania Matteuzzi, la sorella e confidente della vittima. La sera del massacro le due erano al telefono e Stefania ha sentito le urla di terrore della vittima.

La difesa di Padovani

A sua difesa, il 28enne ha dichiarato di non essere lucido e ha chisto tramite i legali la perizia psichiatrica, che gli è stata negata. «Ho sentito la parola ergastolo, se voi ritenete che tutto quello che è stato fatto nei mesi precedenti al reato siano cose normali, e non anormali, da una persona che comunque aveva dei disturbi e ha dei disturbi. Se voi pensate che quello che è successo, che un uomo che ammazza una donna con quella ferocia lì sia una cosa normale, c'è da mettersi le mani nei capelli e tirarseli molto forti. Se voi pensate - ha aggiunto Padovani - che fosse normale allora pretendo l'ergastolo, voglio stare ogni giorno, ora, minuto in carcere. Quello che è successo è gravissimo, perché c'è una persona che non c'è più. E non si può fare più niente. E qui dentro, io non vorrei stare dalla parte dei giudici perché la loro è una decisione difficile. Abbiamo perso tutti, non ci sono nè vincitori né perdenti».

 

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Corriere Adriatico