La politica non sa più su cosa litigare: ecco lo scontro sull’età per definirsi giovani

La politica non sa più su cosa litigare: ecco lo scontro sull’età per definirsi giovani
SENIGALLIA  - Scontro in commissione sul nuovo statuto per la consulta dei giovani, approfondito nonostante le posizioni critiche e non solo della minoranza. Prima...

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SENIGALLIA  - Scontro in commissione sul nuovo statuto per la consulta dei giovani, approfondito nonostante le posizioni critiche e non solo della minoranza. Prima l’età per partecipare scesa a 24 poi salita, ma solo a parole, a 29 mentre con un emendamento verrà chiesto di estenderla a 35 anni. Contestato inoltre il fatto di voler far nominare dal consiglio comunale i membri della consulta dei giovani.

 

«La grande innovazione apportata dal nuovo statuto prevede la votazione dei futuri membri della consulta da parte del consiglio comunale – riporta una nota diramata dall’opposizione - politicizzando e assoggettando alle preferenze di un voto altrui una realtà concepita come libera di esprimere opinioni e diversità di vedute. Su quali basi noi consiglieri dovremmo preferire un giovane a un altro? La simpatia? Il colore della pelle? Il genere? Le idee politiche? Purtroppo, ancora una volta, non abbiamo avuto modo di confrontarci a dovere».


Eppure quello di giovedì è stato il secondo passaggio in commissione. «Il presidente Crivellini ha voluto mettere ai voti la pratica – aggiunge la nota -, nonostante il mea culpa dell’assessore, gli appelli dell’opposizione e del commissario di maggioranza Rebecchini. Perché questa fretta? C’è una parte della maggioranza che ha interesse ad appiattire le diversità, soggiacendole al proprio compiacimento? Ci batteremo in consiglio perché gli unici bavagli che accettiamo sono le mascherine». L’assessore alle Politiche giovanili Alan Canestrari si è reso disponibile a rivedere alcuni aspetti, iniziando dall’età di partecipazione.

«La proposta prevede come età massima 24 anni – aggiunge il consigliere Campanile – a voce l’assessore si è impegnato ad arrivare a 29 ma con un emendamento chiederò di estenderla a 35. La legge regionale individua i giovani in tutti i bandi loro dedicati nella fascia di età 16-35, il Ministero invece 14-35. Rischiamo di perdere dei finanziamenti». Lo scontro è nato nel capire a che età non si è più giovani e, di conseguenza, non si può partecipare alla consulta e nel lasciare che siano loro a nominare i membri e non i politici come scritto nella pratica. Dopo una commissione agitata si attendono scintille in consiglio comunale. «Vorrei capire anche perché i consiglieri di Fratelli d’Italia erano in sala Giunta – aggiunge Campanile –, mentre tutta la minoranza si è collegata da casa, seguendo le raccomandazioni del presidente Bello».

 

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Corriere Adriatico