FABRIANO - Strada maledetta. Percorrere la SS 76, tra Cancelli e Serra San Quirico, è un’esperienza ai limiti dell’avventura: sai quando parti, ma non quando...
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Danni alle carrozzerie dei mezzi lievemente feriti, invece, i sette che si trovano nei mezzi. Chi percorre questa tratta in continuo è stanco di dover perdere tempo in continuazione e di dover prestare più attenzione a chi non rispetta il limite a 40 km/h, ma poi inchioda quando vede un autovelox. A conti fatti per attraversare il Fabrianese, serve più di mezz’ora. Un problema, quello della 76, che si presenta nella sua gravità ad ogni incidente stradale che blocca la circolazione. Basti pensare alle complicazioni – anche psicologiche – per quelle gestanti che sarebbero dovute andate a Jesi proprio domenica sera vista la chiusura, a Fabriano, del punto nascita da febbraio e del reparto di Pediatria trasformato in attività ambulatoriale per carenza di personale. In un entroterra con circa 8mila bambini emergenza potrebbero verificarsi sicuramente e pensare che la SS 76 peggiora la situazione e non tranquillizza affatto. Oltre alla carreggiata pericolosa c’è da segnalare anche un fenomeno diffuso che si registra allo svincolo di Cancelli, quello dell’inversione a U per risparmiare tempo e benzina. Da anni, infatti, è chiusa la rampa di uscita per tutti coloro che provengono dall’Umbria. Per andare a Sassoferrato e quindi a Pergola e Marotta, o nella zona industriale di Marischio, infatti, bisogna superare Cancelli, arrivare allo svincolo Fabriano Est e tornare indietro fino all’uscita aperta solo per quelli che arrivano dalla città della carta.
Risultato? Almeno 6 chilometri in più. Una soluzione, da non imitare, l’hanno ideata molti automobilisti che, una volta superata la galleria di Campodiegoli, prima del rettilineo, mettono la freccia a destra, si fermano sulla piazzola e fanno inversione a U nonostante i divieti e quei piccoli separatori di carreggiata posti in mezzo alla strada. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico