CHIARAVALLE - All’hospice di Chiaravalle temi di trovare la morte e invece incontri la vita. E incontri Daniele Casali, 52 anni, e altre persone stupende, semplici eppure...
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Eppure Daniele non molla, non si arrende, tutti i giorni innalza al cielo il suo inno alla vita: da bravo muratore Daniele con le mani ci sa fare e allora, pur allo stremo delle forze, pur annichilito da un cancro vigliacco che lo ha attanagliato alla gola, ha pensato bene di darsi da fare, di fare qualcosa per gli altri e anche un po’ per se stesso. Nella camera numero 5 la vita pulsa ancora e Daniele in un mese ha costruito con le sue preziose mani oggetti di ogni tipo, usando materiali di scarto, tappi di sughero e plastica, pezzi di legno, stoffe, fili che ha trasformato magicamente in penne, alberelli di Natale, centritavola, portacandele, portapenne. E poi domenica scorsa, nel soggiorno del reparto c’è stata un po’ di festa e il mercatino natalizio con tutti gli oggetti creati da Daniele Casali e con i familiari dei pazienti che hanno portato dolci, bevande e leccornie. Sono stati raccolti ben 400 euro che sono stati devoluti in beneficenza all’associazione San Martino che aiuta le famiglie bisognose e che hanno bambini.
Volontario nella Croce Gialla
Daniele Casali ha voluto così: lui così attento al sociale, così vicino al mondo del volontariato che ha frequentato assiduamente alla Croce Gialla di Chiaravalle; lui che ha tre figli splendidi, Laura di 25 anni, Elisa di 22 e Luca di 15 e Francesca, la moglie che non lo lascia un attimo. Una famiglia unica e straordinaria, persone che hanno voluto far conoscere questa storia, «perché - dice Laura, la figlia maggiore - la gente deve sapere che c’è vita anche dove sembra esserci solo morte. E allora, anche grazie alla sensibilità della caposala Cristiana Sbaffi, per un’altra domenica si è respirata la vita, mettendo al centro di tutto le necessità dei malati».
L’Hospice è attivo da 10 anni e accoglie chi non ha più speranze di farcela, non tanto anziani quanto pazienti di mezza età o anche piuttosto giovani. In molti non hanno la forza di Daniele, un’energia che la sua famiglia stupenda gli regala ogni giorno da 4 anni. In molti sono soli davvero, si abbandonano e si sentono inutili. Eppure l’Hospice c’è, esiste. Fortunatamente esiste: è vicino a noi, è solo dall’altra parte della strada e di fronte all’ospedale ci sono anche le luminarie di Natale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico