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ANCONA - Non voleva subire l'onta del matrimonio della figlia saltato in Pakistan. Per questo l'aveva riportata in Italia, chiusa in casa per due anni, e ripetutamente umiliata, picchiata e minacciata. Un uomo di 48 anni, pachistano ma residente nella periferia di Senigallia, è stato condannato a due anni per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona, sua figlia, una ragazzina di 15 anni.
Non le aveva fatto imparare l'italiano
La ragazzina era legata sentimentalmente a un giovane, nel suo Paese, e dovevano sposarsi ma lui avrebbe poi cambiato idea.
Il padre si è definito «severo»
La 15enne avrebbe subito anche botte, pugni dietro la schiena, schiaffi e mani al collo. A novembre 2021 è riuscita ad uscire di casa da sola e ha denunciato ai carabinieri quanto avrebbe patito. Da lì è partita l'indagine coordinata dalla pm Irene Bilotta. Il collegio del tribunale, presieduto da Edi Ragaglia, ha condannato il padre (che ha sempre negato le accuse definendosi severo ma non violento) a due anni di carcere per maltrattamenti.
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