Morte di Maddalena Urbani, la figlia del medico-eroe poteva essere salvata con una telefonata al 118: le motivazioni della sentenza

Lo spacciatore condannato a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale

Morte di Maddalena Urbani, la figlia del medico-eroe poteva essere salvata con una telefonata al 118: le motivazioni della sentenza
CASTELPLANIO- La morte di Maddalena Urbani poteva essere evitata: «Una telefonata tempestiva al 118 sarebbe stata sufficiente a salvare la vita della...

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CASTELPLANIO- La morte di Maddalena Urbani poteva essere evitata: «Una telefonata tempestiva al 118 sarebbe stata sufficiente a salvare la vita della 21enne» deceduta a Roma a causa di un mix di droghe e farmaci il 27 marzo del 2021.

LEGGI ANCHEMaddalena Urbani, figlia del medico eroe, morta per overdose: il pusher condannato a 14 anni

La sentenza

È quanto scrivono i giudici della Corte d'Assise di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui hanno condannato a 14 anni di carcere lo spacciatore di origini siriane, Abdulaziz Rajab, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte della 21enne figlia del medico Carlo Urbani che per primo isolò la Sars morendo poi nel 2003 a Bangkok.

I giudici, inoltre, hanno inflitto 2 anni a Kaoula El Haouzi, amica della Urbani, riformulando l'accusa in omissione di soccorso. 

Secondo quanto scrivono i magistrati i due imputati «preferirono non allertare i soccorsi» nonostante «l'esatta consapevolezza della gravità della situazione, dimostrata dalla necessità di intervenire più volte quella notte sulla ragazza con manovre di tipo rianimatorio». Per quanto riguarda la posizione del pusher i giudici di assise affermano che operò «per motivi inaccettabili, esclusivamente egoistici» e volle evitare l'intervento del 118 per «scongiurare che si venisse a conoscenza del fatto che aveva ricevuto due ragazze in casa» dove custodiva della droga, «contravvenendo in questo modo alla misura dei domiciliari».

E si comportò «aderendo alla elevata possibilità che Maddalena morisse, evento che si è esattamente rappresentato e al quale ha aderito, pur non essendo il fine principale del suo agire». Sul comportamento dell'amica della Urbani nelle motivazioni si afferma che anche su di lei «gravava l'obbligo di attivarsi e far intervenire gli operatori sanitari, considerate le allarmanti condizioni» della ventenne ma durante il dibattimento ha «mentito, e ha fatto di tutto per sminuire la precisa consapevolezza della gravità della situazione e il suo evidente coinvolgimento nella vicenda». 

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Corriere Adriatico