Allarme piccioni, il museo Stupor Mundi va ripulito

Allarme piccioni, il museo Stupor Mundi va ripulito
JESI  - Serve un intervento di disinfezione e disinfestazione al Museo Stupor Mundi. Causa, però, i piccioni e non il coronavirus. Il Comune di Jesi, che dallo scorso...

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JESI  - Serve un intervento di disinfezione e disinfestazione al Museo Stupor Mundi. Causa, però, i piccioni e non il coronavirus. Il Comune di Jesi, che dallo scorso novembre è divenuto proprietario del museo virtuale di Palazzo Ghislieri dedicato a Federico II di Svevia, ha incaricato una ditta del territorio, per poco più di 250 euro, di un intervento di pulizia in uno dei locali. È stato il Servizio manutenzione stabili a segnalare la «necessità di un intervento di bonifica da guano e carcasse di piccioni in un locale adibito a bagno al secondo piano del Museo Stupor Mundi in Piazza Federico II, di proprietà comunale».


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Anche quello di Palazzo Ghislieri è in questi giorni, come tutti i musei, chiuso al pubblico. Ma già da tempo lo Stupor Mundi fa i conti, in attesa del rilancio, con aperture ridotte se non a singhiozzo. Per continuare a garantirne, quando si potrà, la fruizione, il Comune ha dato via libera al riaffidamento del servizio temporaneo di accoglienza da aprile fino alla fine di giugno. Intanto una commissione di professionisti valuterà quale sia la migliore fra le due proposte di gestione che sono giunte in risposta al bando per individuare la start up che sarà incaricata di rilanciare e valorizzare lo Stupor Mundi. Il Comune garantirà otto anni di gestione ma per i soli primi tre anni un contributo annuale di 150 mila euro. Un impegno di 450 mila euro complessivi che, affermano da Piazza Indipendenza- «a fronte di un periodo gestionale di 8 anni risulta di entità ragionevole e, comunque rispondente ad un criterio di contenimento della spesa comunale rispetto ad una gestione diretta». 


Quanto alla gestione temporanea, c’è in ballo un incarico da poco meno di 16 mila euro per 790 ore di apertura, «per garantire l’apertura al pubblico senza soluzione di continuità, considerati i tempi tecnici di espletamento della procedura selettiva per l’individuazione della Start Up e quelli necessari al suo avvio operativo».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico