Si veste da donna e gli propone uno strip. Ricatto in videochat: «Paga o dico chi sei»

Il ricatto è arrivato in videochat
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JESI - Per quasi una settimana aveva tenuto sotto scacco un ragazzo conosciuto su un sito di incontri, chiedendogli continuamente soldi per ricaricare la Postepay. Se non avesse pagato, il presunto ricattatore – un veneto di 29 anni - avrebbe spifferato online il suo segreto. Quale? La richiesta di uno spogliarello fatta sulla videochat CiaoAmigos, dove il 29enne si era presentato vestito con abiti femminili.


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È questa la ricostruzione della procura per la vicenda finita ieri mattina in tribunale e base del processo dove il veneto deve rispondere di estorsione per aver minacciato e preteso soldi da uno jesino con cui si era interfacciato online, sulla nota piattaforma utilizzata prevalentemente per videochattare grazie all’uso della webcam. L’imputato è stato condannato a scontare tre anni e quattro mesi di reclusione. La stessa pena era stata richiesta dalla procura nel corso della scorsa udienza. Lo jesino non si è voluto costituire parte civile al processo. Prima di ritirarsi per la sentenza, è stata ascoltata in aula l’ex fidanzata dall’imputato, anche lei del Veneto. All’epoca dei fatti, fine 2012, aveva 16 anni. Stando all’accusa, era stato utilizzato il cellulare della ragazzina per estorcere denaro alla parte lesa. Proprio per questo, la giovane ha dovuto affrontare un procedimento, sempre per estorsione, al Tribunale dei Minorenni. 

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Corriere Adriatico