JESI - Viene abbordato al bar dalla zingara che si prostituisce nei bagni della stazione ferroviaria e, consumata la prestazione sessuale dietro pagamento di 50 euro, alza la...
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«Mi ha chiesto 50 centesimi, tendendo la mano e per pietà ho estratto il portafogli per darle la monetina, ma lei con destrezza mi ha sfilato una banconota da 100 euro ed è fuggita». Questa la sua versione ai militari intervenuti sul posto. Ma la versione scricchiola con le domande del caso, le risposte arrivano affannose e poco convincenti. I carabinieri capiscono subito che qualcosa non torna e alla fine il cliente ammette di essersi inventato il furto ma di aver dato le 100 euro alla zingara per un rapporto sessuale che non lo aveva soddisfatto. Una vicenda squallida che riaccende una problematica in realtà mai sopita alla stazione ferroviaria, dove Ferrovie dello Stato investe per la riqualificazione degli ambienti condivisi (sale d’aspetto, biglietteria, bagni), l’amministrazione fa il suo con l’installazione di telecamere nel piazzale antistante l’edificio e su viale Trieste, le persone ci investono (vedi l’edicola e il bar) e le forze dell’ordine hanno raddoppiato i controlli. Ma la prostituzione non è reato e non la fermi, anche perché c’è domanda. Però è la piaga della stazione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico