JESI - Aveva rubato la borsa alla squillo che frequentava regolarmente dopo averle sferrato un pugno in faccia. All’origine dell’aggressione, stando a quanto emerso,...
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Lo straniero, difeso dagli avvocati Elena Martini e Cristina Bolognini, è libero. Dopo la convalida dell’arresto non era stata disposta misura cautelare. La vittima, una collaboratrice scolastica di 48 anni, non si è costituita parte civile. Secondo la procura, i due si erano messi d’accordo per vedersi. Come in altre occasioni, lui avrebbe dovuto sganciare 15 euro per la prestazione sessuale. Cinque erano destinati a un amico della donna. Avendo un’auto, poteva trasportare la coppia nei luoghi dove potersi appartare. L’accompagnatore c’era anche il giorno della rapina. I due erano stati portati in una fabbrica dismessa alle porte di Jesi. C’era un’auto, mentre veniva scelta un’altra location, la 48enne aveva detto all’amico di fermarsi in un bar di Monsano per prendere un caffè. Scesa dall’auto, era entrata nel locale. Il ritardo aveva spazientito il 25enne. Riapparsa la donna, era scoppiata una lite. Prima una spinta di lei, poi il cazzotto di lui. Dopo averla messa ko, si era impossessato della borsa rimasta nella vettura e si era allontanato. Stando alla difesa, voleva chiamare i carabinieri per raccontare tutto e riavere i 15 euro pagati in anticipo Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico