Spinge la moglie dalle scale: «Mi tradisci, vieni qui che ti uccido». Condannato a un anno e 4 mesi

Spinge la moglie dalle scale: «Mi tradisci, vieni qui che ti uccido». Condannato a un anno e 4 mesi
JESI  - Convinto dei tradimenti della moglie, l’avrebbe minacciata in più occasioni, denigrata pubblicamente e picchiata, arrivando a spingerla per le scale di...

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JESI  - Convinto dei tradimenti della moglie, l’avrebbe minacciata in più occasioni, denigrata pubblicamente e picchiata, arrivando a spingerla per le scale di casa. È stato condannato a un anno e quattro mesi un olandese di 52 anni, portato a giudizio dall’ormai ex moglie per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dal giudice Francesca Pizii a cinque anni dal rinvio a giudizio dell’uomo, difeso dall’avvocato Giacomo Girombelli. La donna non era parte civile.

 


La ricostruzione


I fatti fanno riferimento al 2015, quando il matrimonio della coppia era ormai in crisi. Eppure, qualche anno prima avevano coronato il loro sogno di lasciare l’Olanda e trasferirsi in un piccolo paese della Vallesina per vivere in mezzo alla natura. Ben presto, come emerso nel corso del processo, la gelosia dell’uomo avrebbe preso il sopravvento. Uno degli episodi più gravi risale al settembre del 2015. La ricostruzione della procura: tornando a casa dopo aver passato la serata con alcuni amici, la donna aveva avuto un violento diverbio con il marito. Lui non voleva farla rincasare. Stando a quanto riportato dalla querela, il 52enne avrebbe spinto violentemente la donna per le scale, facendola cadere. Poi, una volta raggiuntala, le avrebbe sbattuto la testa contro il muro, tirandole calci e pugni in tutto il corpo. L’imputato, sempre quella notte, sarebbe anche arrivato a impugnare un coltello da cucina. In quell’occasione, la donna era dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso. C’era stata una prognosi di sette giorni per i plurimi traumi riportati. 


Le umiliazioni


La donna ha raccontato agli inquirenti di aver subito anche plurime umiliazioni, alcune delle quali in pubblico. Come quella volta in un ristorante, dove l’imputato l’avrebbe palesemente minacciata: «Vieni fuori che ti ammazzo con il coltello», facendole anche il segno del taglio della gola. Oltre alle minacce sarebbero state proferite ingiurie pesanti. E ancora, l’uomo avrebbe perso la testa dopo aver visto la vittima sedere ai tavolini di un bar con un gruppo di amici. Secondo la tesi accusatoria, dopo averle dato della meretrice, lui le aveva sputato addosso, cercando anche di prenderle il tablet che lei aveva nelle mani. Erano dovuti arrivare i carabinieri, chiamati d’urgenza dal titolare del locale. Durante un litigio, lui avrebbe anche cercato di picchiarla con una scopa. 


La difesa


L’uomo, che ormai non vive più in Italia, ha sempre respinto tutte le contestazioni: ci sarebbero stati dei litigi, ma mai episodi qualificabili come maltrattamenti reiterati nel tempo. La coppia, dopo la denuncia di lei, si è formalmente separata. Le motivazioni si potranno leggere entro novanta giorni.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico