I ricorsi contro il velox? Punto debole: la visibilità

I ricorsi contro il velox? Punto debole: la visibilità
FALCONARA - L’Associazione consumatori ed utenti ha contattato l’avvocato Italo D’Angelo per verificare la possibilità di fare ricorso contro la raffica...

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FALCONARA - L’Associazione consumatori ed utenti ha contattato l’avvocato Italo D’Angelo per verificare la possibilità di fare ricorso contro la raffica di multe dell’autovelox sulla variante. Il legale ha chiesto all’Acu di acquisire dal Comune copia della documentazione che ha autorizzato l’installazione del dispositivo, per esprimere un parere esaustivo. 


Rimarca D’Angelo che «la molteplicità delle sanzioni in così breve periodo (si parla di circa 30.000) sul tratto di Falconara è un sintomo che il dispositivo presenta criticità». Quali ? «La prima la visibilità. È stato collocato in prossimità di un cavalcavia, e la visibilità è ancor più limitata di notte». La Cassazione - ricorda - con ordinanza n.6407 stabilisce che « ... la postazione , fermo restando che il cartello di preavviso del rilevamento è presente e posto a distanza regolamentare deve essere ben visibile e la necessaria visibilità della postazione è condizione di legittimità dell’accertamento». Fa notare D’angelo che «per l’utente che da Castelferretti imbocca la SS 16, direzione Ancona, dovrebbe avere un avviso del velox con l’indicazione della velocità da tenere in rispetto della Direttiva Maroni (e quindi il segnale del limite posto comunque a 1000 metri dalla postazione), Direttiva che sembrerebbe non correttamente applicata». 

Infine l’avvocato chiarisce che «gli eventuali ricorsi verranno trattati da diversi giudici che decideranno avvalendosi degli organi della Polizia stradale e di consulenti tecnici di ufficio e, affrontare un giudizio senza avere certezza sull’esito, sconsiglierebbe il ricorso da parte di utenti che siano incappati in una o due multe, perché la spesa da affrontare deve tener conto dell’importo della sanzione comminata e dello stesso comportamento dell’utente». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico