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FABRIANO - Settimana importante per la vertenza Elica. Oggi, negli stabilimenti di Mergo e Cerreto d’Esi, dove proseguono i presidi di protesta contro il piano di riorganizzazione annunciato dall’azienda, sono in programma le assemblee di Fim, Fiom e Uilm con i dipendenti.
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L’attesa, però, è per il primo incontro istituzionale, organizzato dalla giunta regionale e in programma giovedì, che vedrà di fronte il management del gruppo e i sindacati. Resta forte l’auspicio di un intervento del Mise. La consigliera regionale del Movimento 5 stelle Simona Lupini: «È necessario portare la vertenza a livello nazionale, con l’apertura di un tavolo di crisi al ministero dello Sviluppo Economico». Lupini ha inviato una lettera al ministro Giorgetti, chiedendo di avviare la procedura di confronto: «Elica è una multinazionale, la chiusura dello stabilimento produrrebbe un effetto devastante in tutta l’area montana».
Il nuovo progetto di Elica non poteva non generare ansia e preoccupazione a Fabriano, nel suo vasto comprensorio e in parte dell’Alta Vallesina, tenuto conto del fatto che si prevedono 409 esuberi su 560 dipendenti (tante sono le maestranze degli impianti di Cerreto d’Esi e Mergo), il trasferimento del 70% della produzione in Polonia, nonché la chiusura del sito cerretese e di vari reparti di quello di Mergo. Di qui, la mobilitazione di lavoratori e sindacati che da una settimana stanno presidiando in modo permanente le due fabbriche che l’azienda leader nella produzione di cappe aspiranti per cucina intende smantellare o ridurre sensibilmente. In questi giorni, gli operai hanno ricevuto la visita di numerosi esponenti politici locali e nazionali.
La vigilia di Pasqua è stata la volta del consigliere regionale Carlo Ciccioli e dei rappresentanti del circolo territoriale di Fratelli d’Italia Alta Vallesina. «La decisione di Elica – osservano Murielle Balducci, Marco Barattini, Samantha Micucci e Gloria Paciarotti – avrebbe conseguenze inimmaginabili per il tessuto socioeconomico di una parte del nostro territorio, il cui introito produttivo è già da anni in netta flessione, coinvolgendo pure un nutrito gruppo di piccoli artigiani».
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Corriere Adriatico