Prime lettere di licenziamento alla Indelfab, restano due mesi di cassa integrazione: tremano in 245

Prime lettere di licenziamento alla Indelfab, restano due mesi di cassa integrazione: tremano in 245
FABRIANO - Imminente la scadenza della cassa integrazione, urge uno sforzo a livello istituzionale per cercare di reindustrializzare i siti di un’azienda storica del...

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FABRIANO - Imminente la scadenza della cassa integrazione, urge uno sforzo a livello istituzionale per cercare di reindustrializzare i siti di un’azienda storica del distretto industriale fabrianese. La problematica sul tappeto è quella relativa alla Indelfab (la ex Ardo, asset del bianco della Antonio Merloni, ed ex Jp Industries, tanto per capirci), fallita nei mesi scorsi e adesso in attesa di soggetti imprenditoriali desiderosi di investire su una realtà di notevole rilevanza, che potrebbe ancora dare molto al comprensorio montano (e non solo), soprattutto grazie alle conoscenze maturate negli anni dai suoi addetti, nonché alla loro grande professionalità.

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L’accordo

In questi giorni, stanno arrivando le prime lettere di licenziamento (l’accordo apposito era stato firmato una ventina di giorni fa) ai dipendenti della Indelfab (489 in totale: 245 quelli dello stabilimento fabrianese di Santa Maria, 244 quelli dell’impianto umbro di Gaifana) e il 15 maggio prossimo scadrà l’ammortizzatore sociale, dopodichè i lavoratori potranno usufruire dell’assegno di disoccupazione per due anni, ma l’aspetto fondamentale, come anticipato, resta tuttora quello di operare per dare prospettive solide a un’azienda che per diversi decenni ha contribuito alla ricchezza di un vasto territorio.
«Fra due mesi – sottolinea la segreteria provinciale della Fiom – si esauriranno definitivamente gli ammortizzatori sociali per le lavoratrici e i lavoratori di Indelfab e così si rischia di scrivere la parola fine riguardo a un pezzo di industria che per decenni ha costituito un patrimonio del Fabrianese e di tutta la provincia. Al personale stanno arrivando le lettere di licenziamento, tramite le quali viene comunicata la cessazione definitiva del rapporto di lavoro». Adesso, però, si deve guardare avanti e agire, senza perdere altro tempo prezioso. «In questi anni – osserva la Fiom – abbiamo sentito, a tutti i livelli istituzionali, definire la Indelfab come un’azienda di grande strategicità per il territorio, ma non è stato possibile mettere in campo delle azioni per un suo vero rilancio. 


A questo punto, considerando che nel Fabrianese ben 245 persone si ritroveranno senza lavoro, è chiaro che il comprensorio rischia un ulteriore processo di desertificazione industriale e spopolamento, che deve essere assolutamente evitato, magari individuando strumenti di incentivazione straordinari e di contribuzione per chi manifesterà concretamente l’intenzione di reindustrializzare i siti della ex Antonio Merloni. Di qui, la necessità che le istituzioni convochino in maniera urgente un tavolo di confronto, anche per stimolare il mondo imprenditoriale». 

 

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Corriere Adriatico