Un uomo si presenta al pronto soccorso: «Sono positivo al Covid». Scatta l'allarme, lui replica: «Me l’ha detto il medico»

Il pronto soccorso dell'ospedale regionale di Ancona
ANCONA - Accompagnato dal figlio con la valigia in mano fa la fila al pronto soccorso e quando si ritrova davanti all’infermiere del triage chiede cosa deve fare e...

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ANCONA - Accompagnato dal figlio con la valigia in mano fa la fila al pronto soccorso e quando si ritrova davanti all’infermiere del triage chiede cosa deve fare e sopratutto dove andare essendo positivo al Covid 19. Il fatto, piuttosto sconcertante, è avvenuto sabato pomeriggio attorno alle 16 al Pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette.

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Protagonista un 60enne residente a Montecassiano. Sottoposto al tampone molecolare presso un laboratorio della zona sabato pomeriggio, una volta avuta la conferma di essere positivo al Coronavirus ha avuto la brillante idea di mettersi in contatto con un parente medico che lavora all’ospedale regionale di Torrette che gli avrebbe detto di raggiungere la struttura di Ancona essendo un centro specializzato per la pandemia. Un suggerimento che ha colto al volo e dopo aver preparato la valigia è partito alla volta di Ancona nonostante i divieti e i protocolli stabiliti dall’Asur che invitano i pazienti positivi al Covid a non prendere questo tipo di iniziative. 


Lui e il figlio, arrivati al Pronto soccorso, sono entrati in sala di attesa ed hanno dovuto attendere qualche minuto prima di effettuare il triage in quanto l’infermiere di turno stava già trattando un caso. Quando è arrivato il suo turno, l’uomo si è avvicinato alla vetrata e senza farsi tanti problemi ha messo al corrente il personale in servizio il motivo per cui si era recato in ospedale. «Sono positivo al Coronaviurus, un mio parente medico mi ha detto che qui ad Ancona siete bravi per questa malattia». Quanto detto dall’uomo ha mandato su tutte le furie il personale del triage che lo ha immediatamente invitato a raggiungere l’area Covid positivi accertati che si trova alla spalle del triage, mentre il figlio è stato fatto uscire immediatamente dalla struttura ospedaliera per tornare a casa.

 


Sconcerto tra le persone presenti in sala di aspetto, peraltro prive di accompagnatori perché in questo periodo di pandemia non sono ammessi parenti né tanto meno accompagnatori. Una cosa è certa: padre e figlio non potevano uscire di casa, il primo essendo positivo l’altro un contatto stretto per giunta convivente. Né potevano uscire dal comune di residenza, quello di Montecassiano. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico