Carceri, 57 suicidi in 8 mesi e agenti aggrediti. Di Giacomo (Spp) continua lo sciopero della fame: «Domenica sit-in ad Ancona. Il 6 settembre davanti al Qurinale»

Carceri, 57 suicidi in 8 mesi e agenti aggrediti. Di Giacomo (Spp) continua lo sciopero della fame: «Domenica sit-in ad Ancona. Il 6 settembre davanti al Qurinale»
ANCONA  - Sciopero della fame  da due settimane e  tour attraverso le carceri d'Italia. Il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di...

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ANCONA  - Sciopero della fame  da due settimane e  tour attraverso le carceri d'Italia. Il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo, continua a rivendicare misure urgenti per mettere fine a suicidi di detenuti - 57 dall’inizio dell’anno (di cui 14 durante questa stagione estiva) - e aggressioni quotidiane ad agenti e personale medico. «In tutti questi giorni ho effettuato sit-in davanti 32 carceri ed incontrato sindaci e presidenti di Regione con un proficuo confronto - spiega Di Giacomo -  In questo fine settimana continuerò il tour con questo calendario: venerdì Pisa e Genova, sabato Torino e Milano in serata Bologna, domenica Modena e Ancona, lunedì Sulmona».

«Mattarella ci deve ascoltare»

«Ho programmato di concludere la protesta martedì 6 settembre a Roma  - rimarca Di Giacomo - davanti il Palazzo del Quirinale dove resterò ad oltranza in attesa di essere ammesso a colloquio con il Presidente Mattarella al quale da tempo ho rivolto un appello perché da garante della legalità faccia sentire la sua autorevole voce. Purtroppo, in questa prima fase di campagna elettorale c’è persino chi parla di ritorno all’immunità parlamentare per evitare il carcere ai politici ma non abbiamo ascoltato una sola parola sulla vergognosa e drammatica situazione insostenibile e non più tollerabile delle carceri del Paese. Gli schieramenti politici e i partiti che si contendono il successo dal voto del 25 settembre hanno cancellato l’emergenza del sistema penitenziario come se non riguardasse i cittadini-elettori. Accade purtroppo che nessuno si occupi degli agenti e dei detenuti. Né ci pare di trovare qualche idea, non dico proposta, in programmi elettorali da parte di chi si candida a governare il Paese nei prossimi anni».

Papa Francesco ha rivolto un pensiero, i candidati politici no 

«Solo Papa Francesco in occasione della sua visita a L’Aquila – a seguito di nostra sollecitazione, conclude Di Giacomo  - ha rivolto un pensiero al personale penitenziario e ai detenuti. Da servitori dello Stato chiediamo solo di poter svolgere il nostro ruolo e far rispettare la legalità e a contrastare le mafie e la criminalità che, a nostro parere, deve svolgersi a partire dalle carceri. Ma in queste condizioni non siamo in grado di poterlo fare. Uno Stato che oltre a non garantire la legalità nelle carceri non riesce a garantire la sicurezza dei detenuti e dei suoi dipendenti (il personale penitenziario) testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici e tutto questo è semplicemente intollerabile. Mi auguro di potervi incontrare durante il mio tour dei prossimi giorni sperando di avere la stessa attenzione che mi avete riservato sino ad oggi»

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Corriere Adriatico