Il manager infedele prosciugava Villa Igea di Ancona, spariti 360mila euro: condannato a 3 anni

Assegni con firme false, bonus fittizi e prelievi indebiti. I soldi finivano anche sui conti di due rom

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ANCONA Per due anni avrebbe sottratto indebitamente denaro alla casa di cura Villa Igea di Ancona, di cui era direttore amministrativo. Proprio grazie al suo ruolo, nessuno ha mai...

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ANCONA Per due anni avrebbe sottratto indebitamente denaro alla casa di cura Villa Igea di Ancona, di cui era direttore amministrativo. Proprio grazie al suo ruolo, nessuno ha mai sospettato nulla, fino a che, in sede di revisione di bilancio, è emerso un buco inspiegabile.

 

Le indagini

Le indagini coordinate dal pm Ruggiero Dicuonzo si sono orientate subito sul 48enne abruzzese, residente a Chieti, considerato responsabile di un vorticoso giro di denaro che usciva illecitamente dalla struttura per confluire nel conto corrente dell’imputato, perfino sulle carte prepagate intestate a due rom. Ieri è arrivata la sentenza del tribunale che ha condannato il manager infedele a 3 anni di reclusione per appropriazione indebita aggravata e continuata, a 3mila euro di multa e ad una provvisionale di 100mila euro in favore della Labor Spa, società proprietaria di Villa Igea, che si è costituita parte civile con l’avvocato Alessandro Scaloni e ha chiesto un risarcimento danni da 450mila euro a fronte di ammanchi calcolati in 360mila euro.

Le contestazioni

Sono 5 gli episodi contestati al manager abruzzese: tra i più gravi, i 3 assegni circolari che, senza autorizzazione, si era fatto consegnare da una banca, due dei quali intestati - a loro insaputa - all’amministratore delegato e ad un medico, all’epoca legale rappresentante di Villa Igea. I circolari (con firme falsificate, come accertato da un perito) erano stati poi trovati dagli inquirenti nella sua cassaforte, mentre il terzo lo aveva versato nel proprio conto corrente. Era stato il medico a sporgere la prima denuncia nel 2018, quando ormai il disegno criminoso, secondo l’accusa, era ben delineato. Già dal 2016, infatti, l’ex manager si sarebbe reso responsabile di movimenti indebiti, come i 304mila euro che, a più riprese, si sarebbe fatto consegnare dalle cassiere nell’arco di due anni con le scuse più disparate o i bonifici per 7mila euro finiti sulle carte intestate a due rom, per motivi che l’imputato (mai comparso in aula) non ha spiegato.

Sempre secondo l’accusa, avrebbe falsificato il suo contratto in modo da beneficiare di un bonus da 17.500 euro non concordato con la direzione. Per operare nell’ombra, avrebbe dato ordine ai suoi uffici di non rendicontare più i prelievi di cassa ogni giorno, ma mensilmente. E sarebbe arrivato perfino a creare una società ad hoc, con ragione sociale simile alla Labor Srl, per indurre in errore gli impiegati della banca e incassare indebitamente un assegno da 6mila euro. Scoperto il raggiro, è stato licenziato da Villa Igea, quando ormai aveva lasciato alle sue spalle le casse dilapidate.

 

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Corriere Adriatico