Pezzi di asfalto diventano proiettili Benvenuti nel calvario di via Rodi

Pezzi di asfalto diventano proiettili Benvenuti nel calvario di via Rodi
ANCONA - Pezzi di asfalto simili a proiettili contro le auto parcheggiate, a ridosso dei portoni delle abitazioni e perfino tra i piedi dei passanti e di tutte quelle persone alla...

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ANCONA - Pezzi di asfalto simili a proiettili contro le auto parcheggiate, a ridosso dei portoni delle abitazioni e perfino tra i piedi dei passanti e di tutte quelle persone alla fermata in attesa dell’autobus. Ecco quello che accade in via Rodi dove il manto stradale è ridotto in condizioni spaventose. Nei pressi dell’incrocio con via Veneto la strada al centro della carreggiata risulta sprofondata di una ventina di centimetri stesso discorso nei pressi della banca e lungo il tratto antistante il cancello di accesso all’Ammiragliato.


Una sorta di via crucis per i tanti automobilisti che ogni giorno si ritrovano a percorrere questa strada che negli ultimi periodi è diventata pericolosa anche per il fatto che si sono registrati dei casi in cui pezzi di asfalto sono finiti contro le auto parcheggiate non risparmiando i pedoni né tantomeno i portoni delle abitazioni che si affacciano proprio lungo la via. E pensare che via Rodi è stata asfaltata da cima a fondo tre anni fa per una spesa complessiva di circa 100mila euro. Il Comune, a suo tempo, invece di procedere alla rimozione della parte più interna della strada e al risanamento del cosiddetto cassetto interno decise di procedere con un semplice tappetino di asfalto.

Strada che in realtà già tre anni fa presentava dei seri problemi strutturali dovuti al fatto che nel periodo della chiusura della galleria del Risorgimento per i lavori di ristrutturazione tutto il traffico diretto verso il centro venne indirizzato proprio in via XXV Aprile direzione via Veneto e via Rodi. Strada che attualmente è al limite della sicurezza al punto tale che in questi giorni non sono mancate le segnalazioni sia in comune che al comando della polizia municipale. Sul posto l’ufficio tecnico è praticamente di casa ma gli interventi fatti con i classici sacchetti a freddo non riescono più ad attecchire proprio per il cedimento della carreggiata. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico