Pinacoteca Podesti di Ancona, riaperto lo storico ingresso in via Pizzecolli. L'asse dei musei per cittadini e turisti

Il critico Zuffi, l'assessore Marasca, il sindaco Mancinelli e il direttore della Galleria nazionale delle Marche Gallo davanti al Giuramento degli Anconitani nella rinnovata Galleria Podesti
ANCONA - È sempre una bella festa, quando una città si riappropria di un pezzo della sua storia, di un angolo o segmento della sua topografia monumentale rimasto in...

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ANCONA - È sempre una bella festa, quando una città si riappropria di un pezzo della sua storia, di un angolo o segmento della sua topografia monumentale rimasto in ombra. Così è stata la riapertura del portone principale, su via Pizzecolli, della Pinacoteca Civica Podesti di Ancona. L'ingresso di Palazzo Bosdari, affacciato sul centro storico, lungo il cosiddetto “asse dei musei”, è di quelli che attraggono passanti e turisti, spalancato com'è su un chiostro nobile e suggestivo. Era rimasto chiuso da quando, nel 2016, erano cominciati i lavori per il recupero e il riallestimento del piano terra della Pinacoteca, durante i quali era stato aperto un passaggio secondario su vicolo Foschi, davanti al porto, meno baricentrico e spettacolare.

 
Ora, cittadini e turisti potranno di nuovo accedere alla collezione civica dall'ingresso originario. Per l'occasione, per tre giorni sarà gratuita la visita del museo, a partire dalle nuove sale. La prima, subito alle spalle della biglietteria, è stata interamente dedicata alle opere di Francesco Podesti, colui che, nella seconda metà dell'Ottocento, sollecitò il Comune a creare una pinacoteca. L'ha ricordato ieri, alla cerimonia di riapertura, il consulente artistico, il professor Stefano Zuffi. Affiancato dalla sindaca Valeria Mancinelli e dall'assessore alla Cultura Paolo Marasca, ha dato il benvenuto agli invitati eccellenti.

«Avere raccolto qui all'ingresso la gran parte dei suoi dipinti – ha detto – ha un significato simbolico: è un omaggio a un pittore che è sempre andato fiero della sua identità anconetana, al punto da donare alcune delle sue opere alla cittadinanza, e farsi interprete della sua promozione culturale».

Il suo autoritratto giovanile, di fronte alla “Morte di Eteocle e Polinice”, di cui aveva fatto dono alla città, saluta chi entra, e accenna al grande quadro, il “Ritratto dei marchesi Busca”, che Ancona ha recentemente acquistato. «Un capolavoro, dipinto quando il pittore aveva appena 25 anni, di cui andiamo orgogliosi». Gli fa eco la sindaca Mancinelli: «Abbiamo voluto acquisirlo con convinzione: un'operazione costosa, ma che abbiamo considerato imprescindibile, come servizio ai cittadini, al pari di provvedimenti all'apparenza più necessari e prosaici, la riparazione di strade o la rigenerazione di quartieri. Anche di questo, ogni città ha bisogno: di onorare l'arte, i suoi concittadini illustri e l'eredità che ci hanno lasciato».

Ha poi manifestato la sua gratitudine a tutto lo staff, della Pinacoteca e dell'assessorato alla Cultura, che ha lavorato duro, «con coraggio e consapevolezza», per la riuscita di questa impresa. E poi ha definito “tifo da stadio” la sua fierezza per il pezzo forte della sala Podesti: il Giuramento degli Anconitani che, un tempo fondale della sala del Consiglio, a Palazzo del Popolo, ha ora trovato la sua collocazione ideale sulla parete di fondo, in posizione teatrale. «Come la scena finale di un'opera lirica ottocentesca – così si è espresso il professore Zuffi – il Giuramento è manifestazione del patriottismo dell'epoca, e dell'eterna aspirazione di ogni comunità alla libertà dagli invasori. Ricorda – ha aggiunto – il coro trionfale e commovente, con cui si chiude il “Guglielmo Tell” di Rossini, che Podesti tanto amava».

Accogliendo Luigi Gallo, ospite d'onore in quanto direttore della Galleria Nazionale delle Marche, l'assessore Marasca ha ricordato che si corona finalmente un percorso: «Nel 2016, abbiamo voluto riaprire la Pinacoteca, dopo i lavori di ampliamento, pur non essendo ancora agibile l'ingresso su via Pizzecolli: l'abbiamo fatto per la città, per non privarla troppo a lungo della Raccolta civica. L'attesa, lunga, viene ora premiata da questa nuova “inaugurazione”, che restituisce al centro storico il suo cuore d'arte».

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Corriere Adriatico