Mancano le autorizzazione ma restano aperti anche dopo l'ordinanza: sigilli a due stabilimenti balneari

Mancano le autorizzazione ma restano aperti anche dopo l'ordinanza: sigilli a due stabilimenti balneari
ANCONA - Nonostante l’ordinanza di chiusura emanata poco più di una settimana fa dal Comune di Ancona, continuavano ad operare come se nulla fosse. Per stoppare...

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ANCONA - Nonostante l’ordinanza di chiusura emanata poco più di una settimana fa dal Comune di Ancona, continuavano ad operare come se nulla fosse. Per stoppare l’attività di due stabilimenti balneari di Palombina, La Playa e Delfina, privi di alcune autorizzazioni amministrative, sono dovuti intervenire gli agenti della Pasi della questura, in tandem con i colleghi della polizia locale. 

 

L’altro giorno hanno imposto alle due attività la chiusura immediata e notificato ai rispettivi titolari la denuncia per non aver osservato i provvedimenti dell’autorità, in questo caso l’ordinanza dell’amministrazione dorica. A causa delle mancate autorizzazioni, i titolari erano già stati multati con una sanzione ciascuno da 5mila euro. Uno stabilimento era stato controllato dalla Guardia di Finanza, un altro dalla Divisione amministrativa della questura. Ma perché è stata imposta la chiusura? Stando a quanto risulta alla polizia, i due stabilimenti avrebbero operato nel corso dell’estate pur non avendo le dovute certificazioni. Nello specifico, all’interno del pacchetto burocratico legato alle attività in questione sarebbero mancate le necessarie autorizzazioni rilasciate dall’Autorità Portuale come previsto dall’articolo 45 bis del Codice della Navigazione, che regolamenta le concessioni. In mancanza di tali documenti, il Comune non avrebbe validato la cosiddetta SCIA, acronimo di Segnalazione certificata di inizio attività. In questo contesto, dunque, entrambi gli stabilimenti avrebbero operato senza averne i requisiti. 


Entrambi gli esercizi, sottoposti a controlli durante il periodo estivo, erano stati già sanzionati con una multa ciascuno del valore di 5mila euro per aver svolto l’attività privi del titolo autorizzativo. Nonostante il Comune di Ancona abbia, poi, firmato l’ordinanza di chiusura immediata lo scorso 27 agosto, gli stabilimenti hanno comunque continuato ad operare, accogliendo i clienti. Con l’inottemperanza, sono scattati i sigilli da parte della questura e degli agenti della polizia locale, appartenenti al settore Commercio. 

 

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Corriere Adriatico