Ancona, riecco la voglia di shopping nei negozi. Cerimonie e uscite fanno tornare i clienti

Corso Garibaldi dopo mesi torna a riempirsi di acquirenti
ANCONA - Il bel tempo e l’allentamento delle restrizioni riaccendono la voglia di shopping. Però senza esagerare. Perché la priorità adesso è...

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ANCONA - Il bel tempo e l’allentamento delle restrizioni riaccendono la voglia di shopping. Però senza esagerare. Perché la priorità adesso è uscire, divertirsi, andare al mare. E pazienza se lo si fa indossando un capo dell’anno passato. Così la Spina dei Corsi si riempie durante la settimana, per svuotarsi nei weekend.

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E si compra il capo da tutti i giorni oppure l’abito da cerimonia, perché comunioni, cresime e matrimoni sono ripartiti, e dopo tanto tirare la cinghia, almeno in queste occasioni si tiene a fare bella figura. «Il rialzo delle temperature ha senza dubbio incentivato la gente a fare compere – riferisce Cristina Rossi di Elena Mirò - la collezione estate comincia a vendersi adesso. Però la clientela si vede soprattutto nei giorni feriali. Il sabato e la domenica preferisce andare al mare. Tra gli acquisti prevalgono i capi di uso quotidiano. Però si vende anche qualche vestito. In genere si tratta di persone che devono andare a un matrimonio».

Per Isabella Rocchetti di Rivière i segnali sono molto incoraggianti: «Il fattore climatico ha inciso, ma anche l’allentamento delle restrizioni ha voluto dire tanto. Le persone hanno iniziato a distendersi, a riprendere la propria vita. C’è voglia di cose nuove e belle, come può essere prendere un gelato o anche rinnovare il proprio guardaroba».


Il cambio
Con lo spostamento del coprifuoco, secondo la negoziante, le cose miglioreranno ulteriormente: «Ci saranno ancor più occasioni conviviali. Questo stimolerà la ricerca dell’abito giusto. Già stiamo vedendo gli effetti benefici della ripartenza delle cerimonie». E la voglia di spiaggia non è considerato un fattore di rallentamento: «Va bene, nei fine settimana la gente andrà al mare, ma questo non significa che rinuncerà a fare acquisti. Soltanto, lo farà durante la settimana, magari quando esce dal lavoro. Se l’abito serve o piace il tempo si trova». Meno ottimista è Matteo Farinelli di AT.P.CO.: «Un po’ il mercato si è mosso, ma non quanto ci aspettavamo. Si vende qualcosa per le cerimonie, però l’abbigliamento normale è fermo».

Detto che i mesi estivi sono sempre stati un momento di stanca per il settore, secondo Farinelli l’abbigliamento continua a non essere in cima ai pensieri delle persone: «La ritrovata libertà ha sì portato a una maggiore propensione di spesa, però più orientata verso i momenti conviviali. Il capo di abbigliamento può aspettare. La paura del futuro resta e temo non se ne andrà finché non ci sarà certezza che il virus è stato sconfitto».

Anche Silvia Sampaolesi di Lacoste ha notato che la gente spende più per cene e aperitivi che non per l’abbigliamento: «Probabilmente pensano: nell’armadio ho la maglietta dell’estate scorsa che ho usato pochissimo, perché acquistarne una nuova? Così questi giorni abbiamo avuto soprattutto persone venute per fare dei regali. Un po’ meglio dell’anno passato è, ma siamo ancora lontanissimi dalle stagioni pre pandemia. Ci sono clienti che non abbiamo visto più. Soprattutto quelli che sono in smart working. Speriamo che arrivi almeno qualche turista. Noi vorremmo stare aperti quando arrivano le crociere, ma se poi i turisti salgono sul pullman e vengono portati direttamente a Loreto diventa tutto inutile».

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Corriere Adriatico