ANCONA - Due carambole da paura in 5 giorni, 6 persone all’ospedale, tra cui due bambine. La strada del Monte, quella che taglia il Conero e offre scorci spettacolari, fa...
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Il primo incidente
E’ uscita dalla terapia intensiva, ma resterà ancora a lungo ricoverata a Torrette per sottoporsi a diversi interventi per la ricomposizione delle fratture alla gamba e alla spalla. Con il suo scooter si era schiantata contro un suv all’altezza della curva della trattoria Sardella. Pochi metri più avanti, giovedì sera, la scena spaventosa di tre auto distrutte e una quarta volata in una scarpata ha fatto temere il peggio: a provocare la maxi carambola sarebbe stato un guasto del primo dei veicoli tamponati (qui non esistono piazzole di sosta: non sono obbligatorie per le extraurbane secondarie) ma sono in corso accertamenti.
L’altro incidente
In 5 sono finiti all’ospedale: un 22enne e un’amica che viaggiavano sulla Fiat 500 finita fuori strada e una mamma con due bimbe piccole che si trovavano sulla Citroen in panne. Nessuno, grazie al cielo, è in pericolo di vita. Ma una riflessione è doverosa: cosa si può fare per rendere più sicure le strade per il mare? Sulla provinciale 2, la Direttissima del Conero, le istituzioni hanno adottato metodi drastici: autovelox in serie. Soluzione efficace che, però, non può essere applicata sull’altra provinciale, la numero 1: «Per legge devono esistere dei requisiti precisi per installare un autovelox - spiega Francesco Cipriano, comandante della sezione dorica della Polizia Stradale -: condizioni strutturali, immissioni, visibilità, segnaletica, altrimenti lo stesso autovelox può diventare causa di incidenti».
Continua Cipriano: «Ciò che possiamo utilizzare è il telelaser in presenza di agenti accertatori: ogni anno, con l’approssimarsi della bella stagione, incrementiamo i monitoraggi, facendo ricorso a strumentazioni speciali come lo Street Control che ci consente di leggere le targhe in tempo reale e individuare i veicoli senza revisione o assicurazione, soprattutto moto e scooter».
E allora, su input di Prefettura e Questura, via ai controlli a tappeto sulle strade per la riviera: nelle due provinciali dal 1° marzo sono state impiegate 72 pattuglie con 79 uomini, eppure gli incidenti sono stati 12 con 10 feriti. E si continua a non rispettare le regole: 56 le contravvenzioni, di cui 4 ad automobilisti ubriachi.
«Queste strade di per sé non sono pericolose, a renderle tali sono i comportamenti delle persone - sottolinea il comandante Cipriano -. Con il flusso del traffico in aumento nei mesi estivi sono fondamentali la prudenza e il rispetto dei limiti di velocità e delle distanze: il consiglio è avere pazienza alla guida ed evitare distrazioni e sorpassi azzardati».
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Corriere Adriatico