Ancona, niente permesso Pieroni resta in carcere

Ermanno Pieroni
ANCONA - Una raffica di istanze difensive, tre solo nella giornata di lunedì, un paio ieri mattina, non sono bastate a tirare fuori Ermanno Pieroni dal carcere di Marino...

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ANCONA - Una raffica di istanze difensive, tre solo nella giornata di lunedì, un paio ieri mattina, non sono bastate a tirare fuori Ermanno Pieroni dal carcere di Marino del Tronto in tempo utile per sottoporsi a un intervento chiurgico programmato per la giornata di ieri nell’ospedale milanese di Niguarda. Fino all’ultimo l’avvocato difensore Alessandro Angelozzi ha chiesto al giudice di sorveglianza di scarcerare l’ex patron dell’Ancona Calcio per gravi motivi di salute, a causa di una duplice patologia che sarebbe incompatibile con il regime carcerario. Ma Pieroni è rimasto in carcere anche ieri, costretto a saltare dunque l’appuntamento con i chirurghi di Niguarda, dov’era da tempo programmato un intervento per una grave patologia. Evidentemente per il giudice, che ha da tempo a disposizione la documentazione clinica presentata dalla difesa e i bollettini medici dell’ospedale Mazzoni (dove Pieroni è rimasto per sei giorni in Cardiologia) le condizioni del detenuto non sono tali da richiedere una scarcerazione. L’ex patron dell’Ancona Calcio era tornato in cella il primo giugno scorso, a distanza di quasi 13 anni dal primo arresto avvenuto nell’agosto del 2004, quando il pm Irene Bilotta lo spedì a Montacuto con l’accusa di aver truccato i bilanci del club biancorosso per ottenere contributi federali. E a tenere dietro le sbarre il dirigente sportivo, nonostante i 72 anni compiuti un mese fa, è proprio uno strascico di pena che ancora pendeva dopo la condanna definitiva per il reato di bancarotta per distrazione (quattro anni). Avanzavano sei mesi e 14 giorni, tolti i tre anni condonati e la custodia cautelare scontata nel 2004, 179 giorni di arresti, tra carcere e domiciliari.
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Corriere Adriatico