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ANCONA - Nessun indizio, per ora, anche se la pista che si segue è quella degli ambienti estremisti ed eversivi. Dalle fazioni più radicali, secondo gli investigatori, proviene il plico con 10 proiettili recapitato da un “postino” a casa di Marco Bentivogli. Il 51enne, ex leader nazionale della Fim Cisl e fondatore di Base Italia, non se la sente di parlare.
Al Corriere Adriatico, a caldo, ha confessato: «Mia moglie e mia figlia sono sotto choc, hanno minacciato anche la scorta: speravo che non arrivassero ad Ancona».
Il plico
Nel plico, depositato nella cassetta della posta e trovato dalla moglie di Bentivogli alle 6,40 di domenica mattina, c’erano 5 proiettili di un fucile a pallettoni e 5 di una pistola calibro 7,65, oltre a una lettera anonima in cui vengono rivolte minacce allo stesso ex sindacalista, alla compagna, alla figlia e agli uomini della scorta.
Le analisi
Polizia scientifica e Digos sono al lavoro, alla ricerca di indizi. Verranno scandagliate le immagini riprese dalle telecamere della zona in cui abita Bentivogli, ma verranno anche condotte indagini specifiche sulle impronte papillari sulla superficie della busta che conteneva i dieci proiettili carichi. Il pm Rosario Lioniello aprirà un fascicolo per minacce aggravate. Intanto, continuano ad arrivare messaggi di solidarietà. «La comunità del Pd di Ancona si stringe attorno a Marco Bentivogli e alla sua famiglia, dopo le vergognose e gravi minacce ricevute - scrivono Simone Pelosi, Nicola Brignani e Susanna Dini -. Si tratta di un fatto inaccettabile, di fronte al quale tutte le forze politiche e sociali devono unirsi in difesa dei valori fondanti della nostra democrazia».
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Corriere Adriatico