Collemarino, uccise la figlia Per Giustini il giorno del giudizio

Collemarino, uccise la figlia Per Giustini il giorno del giudizio
ANCONA - Il ferroviere che sentiva le voci dall’inferno, salvo inimmaginabili ribaltoni, oggi sarà prosciolto per infermità mentale dall’imputazione di omicidio volontario...

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ANCONA - Il ferroviere che sentiva le voci dall’inferno, salvo inimmaginabili ribaltoni, oggi sarà prosciolto per infermità mentale dall’imputazione di omicidio volontario per aver massacrato con più di venti coltellate la figlioletta Alessia di 18 mesi. L’ultima parola, nell’udienza con rito abbreviato che si terrà oggi dalle 13 in Tribunale, spetta al Gip Paola Moscaroli, ma le sorti del processo sembrano decisamente ipotecate dalle conclusioni del consulente della Procura, lo psichiatra Renato Ariatti, che aveva già illustrato un mese fa al giudice i risultati della sua perizia su Luca Giustini.


Il 17 agosto scorso, quando massacrò nel sonno la più piccola delle sue bambine, Giustini secondo il consulente era totalmente incapace di intendere e di volere perché “versava in uno stato di scompenso psicotico, con importante componente allucinatoria a contenuto imperativo”. Il professor Ariatti nella sua consulenza descrive l’ex padre modello, 35 anni, come un uomo “totalmente asservito all'idea delirante che, se non eseguirà le indicazioni della voce 'divina', che ha scelto lui come salvatore dell'umanità, vi saranno conseguenze catastrofiche”. Il consulente aveva confermato al Gip anche le sue conclusioni sulla pericolosità sociale di Giustini. Per questo motivo, nel caso pressoché scontato di un proscioglimento, all’omicida di Collemarino verrà applicata una misura di sicurezza, che durerà fino a quando (e se) i medici non lo dichiareranno completamente guarito. Due settimane fa Luca Giustini è stato trasferito dall’ex ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia a una casa di cura psichiatrica convenzionata nelle Marche, come richiesto nell’udienza del 14 aprile scorso dagli avvocati difensori Mario e Alessandro Scaloni. La difesa, con il parere favorevole del Pm, aveva sollecitato la sostituzione della misura del ricovero in casa di cura e custodia in una libertà vigilata, con prescrizione di stare in una struttura psichiatrica locale. Il giudice ha accolto la richiesta e la misura è attiva dal 27 aprile. Oggi sono previste le repliche e nel pomeriggio la sentenza, Il pubblico ministero Andrea Laurino aveva formalizzato la richiesta di un proscioglimento per vizio totale di mente e l’applicazione di una misura di sicurezza.

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Corriere Adriatico