ANCONA - Suona sempre, ti entra dentro e s’infila nei timpani e penetra come una lama affilata nel cuore della tranquillità. Arriva come una condanna. ...
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L’allarme beffa picchia come un martello sul pazienza, è l’incubo a occhi aperti per una parte di residenti di Monte Dago, quelli dei palazzi a portata di molestie acustica che s’irradiano dalla scuola dell’infanzia “La Gabbianella” di via Togliatti. «L’allarme suona decine di volte al mese e non vengono a spegnerlo», affida il suo sfogo ai social network uno dei nostalgici della quiete perduta. Sconsolato, come tanti vicini di casa e compagni di sventura, con la testa stordita dall’eco dell’inesolarabile sirena. e i nervi a pezzi. «E’ incessante e persistente, ce lo sorbiamo per ore, senza che addetti con reperibilità intervengano a tacitarlo». Addio relax. «Oggi (ieri, ndr) è domenica e sta suonando dalle 8,50 di stamane. E’ intollerabile». Come dargli torto. Al posto delle campane a festa il segnale d’emergenza che è quasi ormai un grido di dolore, altro che festa. Massaie piegate sui tavolini tengono il ritmo con le braccia sul mattarello per le tagliatelle del pranzo, fronte imperlata di sudore e tappi alle orecchie. Ma che succede a scuola? Un semplice, banale e maledetto sensore troppo sensibile. Basta una finestra aperta, una folata di vento, qualcosa di impercettibilimente superiore a un sussurro, e l’allarme suona. Nel più classico dei beffardi “Al lupo al lupo” ha giocato un brutto scherzo a una Volante della Questura: gli agenti hanno fatto il giro dell’isolato, ma di ladri, vandali, sbandati, ragazzini annoiati neppure l’ombra sotto il sole cocente. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico