Bocciati dal Tar i dehors tutto l'anno davanti alla fontana del Calamo: «Il Comune trovi una soluzione»

Bocciati dal Tar i dehors tutto l'anno davanti alla fontana del Calamo: «Il Comune trovi una soluzione»
ANCONA - Bocciati i ricorsi al Tar per i dehors tutto l’anno davanti alla fontana del Calamo. Ma gli esercenti di corso Mazzini non mollano: «Cercheremo una nuova...

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ANCONA - Bocciati i ricorsi al Tar per i dehors tutto l’anno davanti alla fontana del Calamo. Ma gli esercenti di corso Mazzini non mollano: «Cercheremo una nuova interlocuzione con il Comune» afferma Annalisa Baldinelli, titolare del chiosco Da Morena. Pur di ottenere il trattamento parificato ai colleghi del resto della città, gli operatori nei pressi della fontana delle 13 Cannelle sono disposti a rinunciare a buona parte dell’occupazione di suolo pubblico durante i mesi invernali «ma non toglieteci la possibilità di lavorare all’esterno, sarebbe una grave discriminazione» ribadisce Simone Boari di Rosa Food. 

 

La trattativa 

I gestori delle attività interessate dal vincolo ambientale emesso dalla Soprintendenza, infatti, puntano a trovare un accordo che riguardi le dimensioni dei dehors nel periodo novembre-marzo. In questi cinque mesi i bar e i ristoranti della zona non possono usufruire di alcuna occupazione del suolo pubblico, fatta eccezione per il periodo dello stato d’emergenza in cui è intervenuta una deroga per consentire alle attività di continuare a lavorare. «Siamo disposti ad operare una consistente riduzione degli spazi esterni concessi - replica Boari - ma chiediamo che ci sia un minimo di coerenza nel trattamento delle imprese di questo settore in città». 

Vietato mollare

Quindi, nonostante la bocciatura dei ricorsi da parte del Tar, gli operatori non demordono. «Cercheremo ancora un dialogo con il Comune - insiste Annalisa Baldinelli - i tempi sono cambiati, la pandemia ha imposto nuove abitudini. Le istituzioni sembrano completamente scollate rispetto alle necessità dei cittadini». Il Covid è come se avesse fatto da spartiacque tra un vecchio e un nuovo mondo. La semplice routine di tutti i giorni è stata stravolta, e ciò che un tempo sembrava normale e scontato oggi non lo è più. Come, ad esempio, trovarsi dentro un ristorante affollato a condividere la sala con decine di sconosciuti. «Anche in inverno i clienti ci chiedono di poter consumare all’esterno» spiega Boari. E visto che la pandemia è tutt’altro che terminata, e che per il prossimo autunno si attende la quinta ondata «è praticamente certo che ci troveremo di fronte allo stesso tipo di richieste» sottolinea la titolare del chiosco Da Morena.

La delusione

Ma nel frattempo è decaduto lo stato d’emergenza. E quindi le attività soggette al vincolo della Soprintendenza potrebbero dover rinunciare ad una fetta di clientela. «Siamo davvero scoraggiati - dice Massimo Lampa, titolare del ristorante Le 13 Cannelle - trovo ingiusto che ci sia un regolamento a macchia di leopardo, che cambi in base a pochi metri di distanza». La decisione, secondo il ristoratore «deve essere politica - replica - se si sceglie di andare nella direzione desiderata dalle imprese, si fa di tutto per mettere in pratica un certo orientamento. Ma qui è evidente che questa volontà stia mancando del tutto. Peccato».

 

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Corriere Adriatico