Ecco la strategia dell'ospedale di Torrette contro il virus. Ma si allunga la scia dei lutti: muore una donna di 71 anni

Ecco la strategie dell'ospedale di Torrette contro il virus. Muore una donna di 71 anni
ANCONA  - Spazi che non bastano mai. A Torrette il Covid logora, vite e nervi già tesi. Una soglia di sopportazione alquanto consunta, con le ipotesi...

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ANCONA  - Spazi che non bastano mai. A Torrette il Covid logora, vite e nervi già tesi. Una soglia di sopportazione alquanto consunta, con le ipotesi d’integrazione al piano pandemico che diventano certezze e gradi d’avanzamento da rispettare. Confermato: per arginare l’ennesima avanzata del virus da lunedì altre otto postazioni verranno attivate al piano al piano 0 di Malattie infettive.

 

Nell’attesa, non si ricorrerà a reparti provvisori. L’ultima riunione del Gruppo esecutivo di crisi ha stabilito che, solo se dovesse essere necessario, scatterà il piano “B”: quattro letti, dedicati, al pronto soccorso e, in seconda battuta, dieci dell’Obi, l’Osservazione breve intensiva. La quarta fase del piano dilata più che può la visione d’insieme, per evitare l’effetto sopraffazione da urgenza. Un principio che anticipa il passo successivo: se ancora non dovesse essere sufficiente, si aprirà la prospettiva di 20 posti in medicina d’urgenza e di 24 gestiti dalla Pneumologia, al sesto piano del corpo U. Il tutto si va a sommare ai 66 già convertiti alla causa. 


Un perimetro in “progress” viene definito dai vertici degli Ospedali Riuniti. Un concetto che ha in sé la risposta alla Cisl Fp che, per voce di Raffaele Miscio, chiede di «conoscere quel piano». Essere messi all’angolo, no: «Per pura casualità il sindacato è venuto a conoscenza di un nuovo reparto per il Coronavirus. Non si conoscono né il numero dei posti assegnati, né da quali strutture sanitarie è stato distolto il personale». L’affondo: «Si denuncia la mancanza di risposte alle richieste d’informazioni». Dalla sospensione delle ferie al personale agli straordinari oltre le 150 ore, è la linfa della protesta. Miscio contesta il metodo: «Mi arrivano notizie dal personale su richieste di turni aggiuntivi per l’apertura di 10 postazioni presso l’Obi. Così non va. Spesso il tarlo è peggio della criticità». Il sindacalista non ci sta: «Manca il confronto e credo che ciò sia grave anche perché potremmo rappresentare un supporto». Non spacca il fronte, ma cerca una via da percorrere insieme. La stessa che tenta d’imboccare anche il dg degli Ospedali Riuniti Michele Caporossi. «La non risposta? È per il continuo evolversi della situazione che ha richiesto continue modifiche delle strategie. Fin qui non si è ritenuto e non si ritiene cristallizzare in atti specifici le decisioni assunte, in tempo reale, dall’azienda attraverso il Gruppo esecutivo di crisi». Si riparte, da qui.


A Torrette il Covid logora vite, fino a spezzarle. Dopo 22 giorni di lotta e di ventilazione assistita non ha retto più il confronto col virus: è morta così una donna di 71 anni di Monte San Vito nella clinica di rianimazione. Non era vaccinata e altre patologie l’assillavano da tempo. Lì sono rimasti in nove a combattere ancora: uno solo di loro ha completato il ciclo della profilassi. Trentasei sono i contagiati in malattie infettive e sette quelli seguiti nel reparto di semintensiva. Una contabilità variabile considerati i tre positivi in attesa di ricovero al pronto soccorso. Al Salesi sono otto in tutto i contagiati, nessuno in rianimazione pediatrica. Gli unici numeri che girano nel verso giusto sono quelli dei vaccini somministrati nell’hub dell’Aula Totti: 288 dosi, 24 prime, 37 seconde e 227 terze. Resta tuttavia alquanto consunta la soglia di sopportazione in via Conca tra i 37 sanitari sospesi perché non immunizzati, i 30 positivi e l’incognita quotidiana delle quarantene. 

 

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Corriere Adriatico