Ancona, i baby incendiari di Posatora responsabili di almeno altri 5 roghi

Ancona, i baby incendiari di Posatora responsabili di almeno altri 5 roghi
ANCONA – Non solo Posatora, i giovanissimi incendiari sono ora accusati di almeno altri 5 roghi. Al gruppetto di...

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ANCONA – Non solo Posatora, i giovanissimi incendiari sono ora accusati di almeno altri 5 roghi.

Al gruppetto di minorenni (16 anni l'età media) indagati per il rogo del Parco Belvedere di Posatora ad Ancona sono riconducibili anche altri cinque episodi di incendi di minore entità i principi di incendio avvenuti nella stessa area nelle due settimane precedenti.
 

È emerso dalle indagini sull'incendio di Posatora, che la notte tra il 21 e il 22 giugno ha divorato due ettari di terreno, arrivando a minacciare alcune abitazioni e uno stabilimento balneare. «Fatti gravi» secondo il Procuratore minorile delle Marche Giovanna Lebboroni, che oggi ha incontrato la stampa insieme al questore Oreste Capocasa e al dirigente della Squadra Mobile Carlo Pinto. La Procura dei minori procede ora per incendio doloso: «ci sono state delle confessioni - ha detto il magistrato -, le indagini sono ancora in corso, la situazione è fluida, sono al vaglio le posizioni dei ragazzi, non faremo di tutta l'erba un fascio». Gli stessi ragazzi avrebbero appiccato il fuoco, tra l'altro, ad un cassonetto dei rifiuti, ad un cesto della carta nei pressi di un campo di grano nell'area ex Saveriani, ad una panchina, a una pianta di ulivo. Fatti che spesso non hanno avuto conseguenze più gravi per un puro caso, come per la panchina dove la fiamma si è spenta da sola. «Se avessero continuato così - il commento del questore Capocasa -, prima o poi sarebbe successo qualcosa di peggio». Per spegnere l'incendio al Parco di Posatora i vigili del fuoco hanno lavorato per circa cinque ore, da mezzanotte alle 5: «per almeno due ore - ha spiegato Lebboroni - le fiamme sono state fuori controllo». La mattina dopo uno dei ragazzi ha raccontato tutto ad uno dei genitori, che lo ha accompagnato in Questura. Le indagini, scattate immediatamente, hanno portato alla definizione di un quadro abbastanza chiaro, con sequestri e perquisizioni di iniziativa della Squadra Mobile o delegate dalla Procura. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico