​Negozi in crisi Chiude il Dico

​Negozi in crisi Chiude il Dico
OSIMO - Dopo la rapina la chiusura. Si abbassano le saracinesche nel punto vendita Dico in via Sbrozzola, assaltato da due uomini armati lo scorso 24 novembre. ...

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OSIMO - Dopo la rapina la chiusura. Si abbassano le saracinesche nel punto vendita Dico in via Sbrozzola, assaltato da due uomini armati lo scorso 24 novembre.


La catena di discount acquisita nell’aprile 2013 dal Gruppo TUO di Roma ha infatti sgomberato il locale preso in affitto alcuni anni fa all’interno del parco commerciale Cargo Pier, lungo la Statale Adriatica. Una decisione che aleggiava da tempo fra i dipendenti del negozio, ma ufficializzata solo a ridosso del Natale quando al posto delle luminarie e degli addobbi delle feste, sono state spente le insegne e hanno fatto capolino le transenne che sbarrano l’ingresso e delimitano la superficie di vendita, ora in attesa di essere ricollocata sul mercato.



Sotto la spinta della concorrenza dei vicini ipermercati che hanno lanciato linee di prodotti a basso costo, vuoi per un canone di affitto elevato rispetto al giro di affari inizialmente ipotizzato, vuoi per una strategia commerciale che privilegia altre zone appetibili - come quella in via della Montagnola in Ancona dove il 12 dicembre è stato inaugurato il terzo punto vendita del capoluogo e il nono della provincia - la Dico alle porte di Osimo segue inesorabilmente le sorti di altre attività commerciali che hanno deciso di abbandonare il cuore cittadino. Un finale di 2013 con l’amaro in bocca per la Benetton 012 di corso Mazzini, chiusa circa un mese fa.



Stessa sorte annunciata per lo storico Canapè, negozio di accessori per la casa e porcellane. Dopo 19 anni di attività la proprietà ha infatti deciso di dire basta dal prossimo febbraio. E addio anche ad altri due negozi di abbigliamento: Revolution, che a palazzo Baldeschi aveva inaugurato appena un anno fa, e Mokys che si trasferirà in via Colombo, vicino al maxiparcheggio, dove la proprietaria ha già un altro negozio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico