Colpito da un’embolia, Paolo Tofani muore a Cuba. Il sospetto: ucciso dalla zanzara killer

Colpito da un’embolia, muore a Cuba un uomo di Marina di Montemarciano. Il sospetto: ucciso dalla zanzara killer
Colpito da un’embolia, muore a Cuba un uomo di Marina di Montemarciano. Il sospetto: ucciso dalla zanzara killer
di Gianluca Fenucci
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Sabato 4 Maggio 2024, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 15:11

MONTEMARCIANO Una fatale puntura di zanzara: per questo sarebbe morto Paolo Tofani, 55enne originario di Marina di Montemarciano, da decenni trasferito in Canada. Era in vacanza con la famiglia a Cuba e qui sarebbe stato ucciso dalla dengue, malattia tropicale che si trasmette attraverso la puntura di una zanzara infetta. L’uomo ha accusato febbre, cefalea e sintomi che si sono acuiti giorno per giorno: quando è stato deciso il ricovero a L’Avana era troppo tardi. Il 55enne non è sopravvissuto ad una trombo-embolia polmonare.

La malattia

La dengue è una malattia virale causata da un virus trasmesso all’uomo attraverso la puntura, in particolare, delle zanzare del tipo Aedes aegypti e Aedes albopictus.

Si tratta di una malattia diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo: nelle ultime settimane l’allarme rosso è scattato in Brasile, dove si sono toccati oltre 4 milioni di casi dall’inizio dell’anno. A stroncare Tofani sarebbe stata proprio la puntura della zanzara tigre, anche se sono in corso ulteriori accertamenti. Paolo si era innamorato di Dori, una donna italo-canadese conosciuta all’Oktober Fest di Monaco 25anni fa e l’aveva voluta seguire in Canada, dove il loro sogno d’amore si era realizzato. Paolo in Italia aveva lasciato affetti e amici, l’81enne mamma Simonetta, i fratelli Davide, vigile del fuoco ad Ancona, e Marco, dipendente di Lucesole Traslochi. Paolo era legatissimo ai familiari e all’Italia ma in Canada aveva trovato l’amore e una vita serena e completa.

Era ben integrato nella numerosissima comunità italiana, aveva tanti amici, si era inserito molto bene nel Paese della foglia d’acero. Abitava con la moglie e la figlia Alessia, di 17 anni, a Niagara Falls dove le cascate rappresentano un’attrazione unica e particolarmente frequentata e lì lavorava con Dori, che ne era la responsabile di gestione, in un hotel apprezzato. Il lavoro non mancava e la vita scorreva tranquilla in Canada. Solo i meno 20 gradi invernali causavano alcuni, inevitabili e comprensibili, problemi e allora Paolo e Dori ogni anno, puntualmente, salivano a bordo di un aereo per trasferirsi per una decina di giorni a Cuba, dove il sole e le spiagge di Varadero lenivano gli acciacchi e facevano dimenticare per un po’ le fatiche del lavoro e il gelo del Canada.

L’ultimo viaggio

Anche quest’anno hanno deciso di volare a Cuba e stavano trascorrendo giorni sereni e felici fino a quando Paolo ha iniziato a sentirsi male: all’inizio era solo stanco e non aveva appetito poi col passare dei giorni ha accusato dolori alle gambe e si sentiva sempre più spossato. Paolo non era uno che si lamentava frequentemente e all’inizio non aveva messo in preventivo di rivolgersi all’ospedale ma dopo qualche giorno il ricovero si è reso indispensabile: tempo due giorni, un’operazione tentata per fronteggiare un’emorragia allo stomaco, e Paolo ha smesso di respirare e di vivere.

Un dramma per tutta la famiglia e per chi in Italia seguiva l’iter della malattia. Il responso ufficiale dei medici cubani parla di trombo embolia polmonare ma tutto sembra essere stato scatenato dalla puntura della zanzara killer. «Non ci capacitiamo ancora – dice il fratello Davide – abbiamo contattato l’ambasciata italiana a L’Avana ma ci hanno dato poche notizie: del resto le autorità cubane sono particolarmente restie a fornire chiarimenti. Sappiamo solo che per il rimpatrio della salma ci sarà da attendere almeno altre 2 o 3 settimane».

Il ritorno a casa

Prosegue Davide: «Con mia madre e mio fratello siamo pronti a partire per il Canada appena sapremo quando la salma sarà rimpatriata. Il funerale di Paolo sarà celebrato a Niagara Falls e sarà sepolto in Canada: amava l’Italia e tornava ogni due anni per almeno un mese e mezzo a Marina di Montemarciano ma la sua vita era da tanti lustri in quel Paese meraviglioso. Sono convinto che la puntura della zanzara tigre col suo virus maledetto ce lo abbia portato via».

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