OSIMO - Non è solo la vendita del titolo di B2. Rischia di essere seriamente un addio. Perché se nessuno si fa avanti, l’attuale dirigenza non garantirà nemmeno l’iscrizione alla C, quella che lo scambio con il Loreto Pesaro Basket avrebbe permesso di fare. Sono ore caldissime per la Robur. Il sodalizio osimano, con un trascorso in LegaDue e tanti anni in terza serie, aveva vinto il campionato tre mesi fa ma subito dopo ha lanciato un allarme: senza acquirenti non si andrà avanti. E le trattative, annunciate dal presidente Alberto Buscarini sul Corriere Adriatico, non sono mai decollate.
Lo scenario
Un interessamento concreto c’era, anche se la Robur ha parlato di nessun passo avanti da potenziali acquirenti. La dirigenza aveva avviato anche una campagna abbonamenti per la B2, spingendo sui tanti derby previsti, ma solo una trentina di sostenitori lo hanno sottoscritto. Evidentemente la piazza era consapevole delle difficoltà del club e non si è fidata. Tanto che alcuni, tra le mille polemiche social, hanno chiesto se e quando saranno rimborsati gli abbonamenti per una B ceduta al Loreto Pesaro. Nonostante un verbale di Equitalia del 2016, che prendeva origine da una posizione debitoria della Robur pari a 587mila euro, il club in una nota ha ribadito che «siamo una società sana altrimenti l’operazione di cessione del titolo non si sarebbe concretizzata». Anche se è chiaro che lo scambio del solo titolo sportivo col Loreto Pesaro nulla a che vedere con le pendenze pregresse della Robur, il cui ultimo bilancio depositato è quello del 2016.
Questo forse potrebbe aver frenato gli interessi di potenziali acquirenti, tra i quali i rumors davano per certo un gruppo di tifosi e piccoli imprenditori osimani, mai usciti però allo scoperto. «I dirigenti della Robur hanno fatto sul serio: avevano detto che avrebbero lasciato senza aiuti esterni e così è stato» si legge in una nota del club.
E invece no, perché la doccia fredda alla fine c’è stata: «Ora c’è la serie C se ci sono volontari, altrimenti -avvisa la Robur- neanche quella! Lasciano i dirigenti storici Dino Latini, Alberto Buscarini, Enrico Stanek, Marcello Ginevri, che insieme a tanti altri hanno retto la carretta per 20 anni. È giusto che qualcuno prenda il loro posto». L’affondo all’amministrazione Pugnaloni arriva anche dalle stesse Liste civiche di cui i dirigenti roburini fan parte. I latiniani scrivono di «totale immobilismo da parte dell’amministrazione che non si è minimamente interessata alla questione cercando qualche possibile soluzione, non necessariamente economica e immediata, a questa situazione, perché la dirigenza non è allineata politicamente con chi governa Osimo».