Maxi discarica di Riceci, tutto il consiglio provinciale si oppone. Ma si discute tra inopportunità e contrarietà

Maxi discarica di Riceci, tutto il consiglio provinciale si schiera contro. Ma si discute tra inopportunità e contrarietà. Nella foto l'assemblea a cui hanno assistito alcuni cittadini di Petriano
Maxi discarica di Riceci, tutto il consiglio provinciale si schiera contro. Ma si discute tra inopportunità e contrarietà. Nella foto l'assemblea a cui hanno assistito alcuni cittadini di Petriano
di Lorenzo Furlani
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Venerdì 23 Giugno 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 10:42

PESARO - È stato un voto espresso all’unanimità quello del consiglio provinciale che ieri pomeriggio ha approvato l’ordine del giorno contro la maxi discarica di Riceci di Petriano presentato dal presidente Giuseppe Paolini.

L’opposizione al progetto ormai è la linea condivisa da tutti i partiti dopo la protesta popolare montata a Gallo e la sconfessione dell’impresa da parte del sindaco di Pesaro comunicata nell’ultima assemblea dei soci di Marche Multiservizi. Ma è sulle sfumature e sui risvolti che si sono misurate le differenze. 

Il dibattito di mezz’ora

In particolare si è discusso mezz’ora sull’emendamento all’ordine del giorno, approvato infine all’unanimità, che precisa ciò che si può considerare pleonastico. Ovvero che la Provincia ieri ha espresso una censura «limitatamente alla propria competenza politica» per distinguere tale presa di posizione dall’istruttoria tecnica che è in corso presso gli uffici del medesimo ente riguardo alla richiesta di autorizzazione della discarica presentata dalla società Aurora di Rimini, a cui partecipa Mms.

La discussione si è incentrata sul termine per qualificare questa censura politica: l’«inopportunità» del sito di Riceci, come chiedevano la consigliera di Pesaro Panicali e il sindaco di Cantiano Piccini (in maggioranza), o la più netta «contrarietà» al sito come ha preteso il sindaco di Cartoceto Rossi (in minoranza) spuntando il consenso dell’aula.

L’interpretazione autentica

L’ordine del giorno è stato formulato sulla base della mozione di Fernanda Sacchi contro un «progetto sovradimensionato e impattante sul piano ambientale e paesaggistico».

Nel testo si invitano gli uffici provinciali ad «accogliere tutte le eventuali richieste delle amministrazioni che volessero partecipare per esprimere il loro parere sulla valutazione di impatto ambientale, nel momento in cui venisse convocata la conferenza dei servizi».

Alla Regione è richiesta anche chiarezza sulla normativa regionale di riferimento: con una «necessaria interpretazione autentica del piano regionale di gestione dei rifiuti». In particolare per stabilire se i rifiuti urbani, da conferire almeno nella misura del 50 per cento dei rifiuti speciali per usufruire della minore distanza di 500 metri dai centri abitati, «comprendano o meno, oltre ai rifiuti indifferenziati, anche quelli provenienti dall’attività di recupero e smaltimento dei rifiuti urbani differenziati».

La mozione rinviata

Invece, è stata rinviata a maggioranza la mozione presentata dal sindaco di Mondavio Zenobi contro il biodigestore di Barchi per «riattivare il tavolo tra i due principali gestori provinciali dei rifiuti (Marche Multiservizi e Aset, ndr) nella programmazione di una necessaria impiantistica condivisa», orientando scelte «non in contrapposizione con le singole amministrazioni comunali attraverso i rappresentanti nelle società partecipate». 

Nella discussione il sindaco di Vallefoglia Ucchielli ha evidenziato la necessità di una «politica dei rifiuti chiara nelle Marche. Sono passati due anni e mezzo (per la giunta Acquaroli, ndr) ma ancora non c’è: dobbiamo chiedere con forza alla Regione di fare la programmazione».

Il fallimento politico

Mentre Rossi (che è anche il segretario provinciale della Lega) ha evidenziato che riproporre questo tema significa tentare di fare ripartire il progetto di fusione di Aset in Marche Multiservizi e che la mozione dimostra il fallimento della pianificazione della gestione dei rifiuti da parte della Provincia e dell’Ata governate dal Pd.

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