La posizione
È lo stesso presidente a mettere le mani avanti: «Il Cup prenota il 50% di prestazioni sanitarie in più rispetto ai primi tre mesi del 2019 - elenca i distinguo -. La domanda nei primi tre mesi del 2024 è cresciuta del 65%. Di fatto, tutte quelle prestazioni che non erano state chieste al sistema negli anni del Covid, stanno arrivando ora in massa, creando un collo di bottiglia». Un effetto domino che sta mettendo in ginocchio il sistema sanitario nazionale. «Stiamo cercando di mettere in campo tutte le strategie, settimana per settimana, per cercare di arrivare all'erogazione di più prestazioni possibili - ha abbozzato la ricetta Acquaroli domenica a Matelica. Ma siamo ancora in una fase post pandemica che deve riassorbirsi».
Aggiungendo poi di voler «spiegare questi numeri perché altrimenti sembra che qualcosa venga tolto: in realtà il sistema sta producendo di più, ma la domanda è così tanto elevata che non si riesce ad evaderla subito». Se nel 2022 i 12 milioni che il governo aveva garantito alle Marche per il recupero delle liste di attesa erano stati utilizzati in larghissima parte per l’acquisto di farmaci salvavita, i 9 milioni del 2023 e i 13 del 2024 invece hanno un solo ed unico obiettivo: abbattere i tempi biblici.
I numeri
Media scarsa che si ripropone anche per le classi D, da fare entro 30 giorni (319 prenotate e solo 165 nei tempi) e per le classi P entro 120 giorni (121 nei tempi a fronte di 215 prenotazioni). Un trend negativo che riguarda anche la chirurgia vascolare, le visite neurologiche, quelle urologiche, gastroenterologiche e oncologiche. Poi c’è il caso limite delle mammografia: per una bilaterale con classe P, su 301 prenotazioni, in appena 69 casi sono stati centrati i tempi richiesti dal ministero della Salute. La Regione dice ce la sta mettendo tutta per sanare la voragine. Bene, ma che ancora tanto - troppo - da fare.