Omicidio di Fossombrone, Andrea Marchionni sarà processato. Il perito: «Infermo di mente ma capace di stare in giudizio»

Omicidio di Fossombrone, Andrea Marchionni sarà processato. Il perito: «Infermo di mente ma capace di stare in giudizio». Nella foto l'omicida reo confesso mentre usce scortato dal tribunale di Urbino nel luglio scorso
Omicidio di Fossombrone, Andrea Marchionni sarà processato. Il perito: «Infermo di mente ma capace di stare in giudizio». Nella foto l'omicida reo confesso mentre usce scortato dal tribunale di Urbino nel luglio scorso
di Luigi Benelli
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Venerdì 10 Novembre 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 12:29

FOSSOMBRONE - Incapace di intendere e di volere al momento del fatto, ma in grado di affrontare il processo: ecco quali potrebbero essere i possibili scenari giudiziari. Andrea Marchionni, falegname di 47 anni, reo confesso dell’omicidio di Marina Luzi, 39enne di Fossombrone, sarà trasferito dal carcere alla Rems, la residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza per casi psichiatrici. 

La perizia psichiatrica

Questo in seguito alla richiesta della pm Simonetta Catani al seguito del deposito della perizia psichiatrica avvenuto mercoledì scorso in tribunale a Urbino. Marchionni uccise Marina, mamma di 9una bambina di poco più di due anni, il 25 luglio scorso a sangue freddo sull’uscio di casa. Poco dopo l’uomo, cognato della donna, andò a costituirsi alla stazione dei carabinieri di Fossombrone consegnando la pistola Beretta del delitto regolarmente detenuta per attività sportive e limitandosi a dire di avere ucciso una donna.

L’omicida in una lettera consegnata agli inquirenti motivò il gesto. In un evidente delirio scrisse che «la massoneria è coinvolta nella vicenda Covid e il vaccino contiene sostanze dannose per la salute (nanotecnologia) e che Marina Luzi assieme ad altre persone hanno operato per contagiarmi e procurarmi danni fisici con questi dispositivi che sono a tutti gli effetti armi biologiche». Per il perito Luigi Berloni, psicopatologo forense, Marchionni era del tutto incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio. Sarebbe affetto da «schizofrenia paranoide» e da «psicosi delirante».

Gli effetti deliranti

Una patologia che sarebbe insorta dai tempi del Covid, con effetti «deliranti e allucinatori».

Il perito del tribunale ne ha confermato la pericolosità sociale, dunque Marchionni sarebbe potenzialmente in grado di ripetere quando commesso. Ma al tempo stesso il perito lo ha giudicato in grado di partecipare al processo. Cosa succede ora?

La procura della Repubblica di Urbino si atterrà alla perizia senza avanzare altre richieste. Marchionni sarà quindi trasferito in una Rems, ma ancora in via provvisoria e ogni sei mesi si dovrà procedere al rinnovo dell’accertamento della condizione di pericolosità sociale. Il pubblico ministero dovrà quindi formulare il capo di imputazione definitivo e ne chiederà il rinvio a giudizio. Il caso finirà comunque davanti al giudice per l’udienza preliminare che non potrà, nonostante la totale infermità mentale, dichiarare il non luogo a procedere. L’obiettivo è infatti quello di arrivare a una misura di sicurezza definitiva, non provvisoria. Dunque si arriverà a un rinvio a giudizio.

Potrebbe tornare libero

In questa fase toccherà alla difesa chiedere il dibattimento in Corte d’assise o più presumibilmente il rito abbreviato. Infine, senza novità sugli accertamenti psichiatrici, il giudice o la Corte d’assise dovrebbe pronunciare una sentenza di assoluzione perché l’imputato era incapace di intendere e di volere all’epoca. Ma la misura di sicurezza nella Rems diventerebbe definitiva, a garanzia della sicurezza sociale. Periodicamente dovranno essere rinnovati i controlli sulla pericolosità dell’individuo. In astratto, se un perito psichiatrico, fra qualche anno, dovesse non riscontrare più questo presupposto, Marchionni sarebbe libero. 

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