Pesaro, lo sgombero del disabile: «Aiuteremo Alessandro e la famiglia Moneti, ma il Comune non ha case disponibili»

Alessandro Moneti con suo padre Giuseppe
Alessandro Moneti con suo padre Giuseppe
di Miléna Bonaparte
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 08:20

PESARO - Sul tavolo della giunta comunale è piombato il caso umano dell’agricoltore disabile Alessandro Moneti che questa mattina, insieme ai genitori e al fratellino di 13 anni, deve sgomberare l’abitazione di via per Soria. Un procedimento di esecuzione immobiliare, successivo alla confisca e vendita all’asta della casa assegnata a un nuovo proprietario, che ha dell’incredibile perché si è innescato sul terreno di un gravissimo disagio economico e sociale che sta vivendo la famiglia, piegata dai debiti per l’azienda fallita e dalle enormi spese legate alla riabilitazione del ragazzo da nove anni in carrozzina. 

Da affrontare

«Quella di Alessandro è una condizione che va affrontata da più punti di vista - ha dichiarato dopo la riunione di ieri mattina con il sindaco e gli altri amministratori l’assessore alla Solidarietà Luca Pandolfi -, ho conosciuto la famiglia Moneti quest’estate quando è venuta nei nostri uffici per chiederci aiuto.

Anche di recente sono tornato a confermare al padre Giuseppe la nostra presenza al loro fianco. Ma il Comune non ha abitazioni da mettere a disposizione di nessuno in maniera definitiva. Ci attiveremo quindi per costruire un percorso di sostegno insieme all’Umea, l’unità che si occupa di tutela della disabilità per la ex Asur, che ha preso in carico il ragazzo dal punto di vista sanitario. Faremo sicuramente la nostra parte».

In che modo, però, non è chiaro: «La famiglia si è rivolta ai nostri Servizi sociali e il Comune ha dato la massima disponibilità, indicando ai genitori di Alessandro il bando dell’Erap per l’assegnazione di un alloggio popolare, i Moneti hanno presentato domanda e ci vorrà il tempo necessario. Ho ribadito al papà Giuseppe la nostra attenzione per il loro caso, come del resto facciamo con tutte le famiglie che vivono il problema della disabilità. Siamo qui per sostenere e aiutare le persone nei limiti delle nostre competenze, c’è massima disponibilità e stiamo facendo una serie di valutazioni per il caso specifico».

La famiglia Moneti sarebbe interessata al bando regionale legato al progetto Vita indipendente che però al momento non è stato rinnovato: «Questo contributo economico, dai 7.000 ai 13.000 euro all’anno a seconda della gravità, dipende da una selezione pubblica della Regione che non è più uscita, quindi Alessandro non può rientrare nel progetto. Si tratta pertanto di capire che possibilità ci sono. Quella del ragazzo è una situazione che va affrontata a più livelli, sto ragionando per esempio anche sui tirocini di inclusione sociale. Ribadiamo la nostra presenza, ma il Comune non ha la disponibilità di abitazioni definitive. Ci attiveremo per costruire un percorso che li segua al meglio insieme a tutti gli altri casi».

Che cosa serve

L’incidente del 2014, causato da un pirata della strada, ha mandato all’aria il lavoro della famiglia che deve concentrarsi solo sul figlio disabile e il padre riveste il ruolo di caregiver, cioè assistente h24 di Alessandro: «Siamo molto indietro da questo punto di vista - precisa l’assessore Pandolfi - perché c’è un buco normativo da colmare, attraverso le scarse risorse del bando Caregiver riusciremo ad andare incontro a solo 40 delle 200 domande che ci arrivano. L’attenzione del Comune è alta sul problema di tante famiglie in questa situazione, sosterremo il ragazzo, ma sono convinto che serva un investimento maggiore di risorse per tanti casi come quello di Alessandro». 

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