Da oltre 24 ore è caccia aperta ai due: la fuga ha allertato la polizia penitenziaria, il Nucleo Investigativo Centrale reparto specializzato della Polizia penitenziaria, e il Nucleo Investigativo Regionale. La polizia ha passato al setaccio Pesaro e i comuni limitrofi nel tentativo di prevenire eventuali atti criminali. È una coppia pericolosa, alla luce dei loro precedenti.
Due stranezze
Si tratta di una evasione atipica nei modi e nei tempi: Emilian doveva ancora scontare due anni dopo essere stato condannato per l’aggressione a un 57enne, davanti a un bar di Punta Marina di Ravenna, il 21 gennaio del 2018. L’uomo si era beccato cinque coltellate nella pancia perché, alla richiesta di ospitare lui, Ermelinda e un altro amico albanese, aveva risposto negativamente. Secondo quanto poi ricostruito i tre vivevano di furti e probabilmente erano alla ricerca di una sistemazione per compiere razzie sul territorio. Le telecamere di sicurezza avevano ripreso la scena: Ermelinda aveva afferrato le braccia dell’uomo ed Emilian e il suo amico lo avevano colpito con 5 fendenti. Emilian (nonostante un divieto di ingresso in Italia) ed Ermelinda, allora incensurata, erano poi stati individuati e arrestati a Fano a distanza di due giorni. Emilian era a bordo di un’auto rubata: il tentativo di fuga aveva poi portato all’arresto in flagranza per resistenza a pubblico ufficiale oltre alla notifica del decreto di fermo.
Arrestato con “Lupen”
Due parole sull’amico, all’anagrafe Lupen (in onore del ladroma con nome storpiato) Allciu, oggi 46 anni. Lui era stato incastrato, negli stessi giorni, a Napoli ma sul suo conto c’era dell’altro: faceva parte della banda albanese che tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 aveva saccheggiato, con furti e rapine violente, una decina di abitazioni nelle province di Pesaro e Ancona, con auto rubate in Romagna, facendo base in una villetta di Gimarra.
Il precedente atipico
Non esiste un precedente specifico nel carcere pesarese. L’ultimo episodio controverso si era registrato lo scorso 2 marzo quando un detenuto di origine gambiana, approfittando dell’ora d’aria, intorno alle 13.15, era stato fermato e bloccato dopo aver scavalcato l’inferriata posta ai lati dei passeggi con il chiaro intento di accedere nelle zone esterne dell’Istituto. Come avevano denunciato poi le strutture locali del sindacato, il ragazzo, 27 anni, affetto da gravi patologie di natura psichiatrica, solo nell’ultimo mese «aveva provocato una sequenza di atti vandalici capaci di mettere a repentaglio l’ordine e la sicurezza interna dell’Istituto di pena».