Il rimpasto va in stallo. E adesso il caso Marche piomba sui tavoli romani

Il governatore rinuncia alla trasferta a Bruxelles

Il rimpasto va in stallo. E adesso il caso Marche piomba sui tavoli romani
Il rimpasto va in stallo. E adesso il caso Marche piomba sui tavoli romani
di Martina Marinangeli
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Lunedì 9 Ottobre 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 15:08

ANCONA Domenica di tregua dopo una settimana di caos. Per 24 ore la telenovela sul rimpasto di giunta in Regione è entrata in stand by. Un momento di riflessione per provare a riportare ordine nel turbinio confuso che ha fagocitato la maggioranza di centrodestra da quando, venerdì 29 settembre, il tema del cambio degli assessori in quota Lega è stato sbattuto sul tavolo del governatore Francesco Acquaroli dalla segretaria regionale del Carroccio Giorgia Latini. Doveva essere un blitzkrieg, un attacco lampo rapido e indolore, ma si è trasformato in una guerra di logoramento. E la situazione è finita nelle sabbie mobili a livelli tali che ora si è reso necessario l’intervento da Roma. 


Il prossimo step


La Latini ha chiesto alla segreteria federale della Lega di intercedere per lei con il governatore, che ha eretto un muro contro l’ipotesi di rimpasto, forte dell’appoggio degli altri partiti della coalizione. E consapevole che il gruppo consiliare della Lega è tutt’altro che allineato con la segretaria regionale. Nelle prossime ore è attesa la telefonata tra i vertici nazionali della Lega (rumors parlano di Andrea Crippa, vice del segretario Matteo Salvini, nei panni del mediatore) e il presidente Acquaroli per trovare una soluzione che faccia uscire tutti dall’impasse. 


La strategia


Governatore che nel frattempo prova a prendere tempo nel tentativo di far decantare la situazione e far rientrare tutto, anche se si è andati troppo oltre per pensare di poter far finta che nulla sia successo. A conferma della delicatezza del momento, lo stesso Acquaroli ha deciso di rinunciare in extremis alla trasferta di tre giorni a Bruxelles per motivi istituzionali - la partenza era prevista per oggi - proprio per monitorare la situazione e presidiare il territorio. 


Gli scenari


La posta in gioco ormai è troppo alta.

Se perde su tutta la linea, la segretaria del Carroccio Latini rischia di giocarsi il posto di comando del partito regionale. E dunque non può mollare, dando battaglia soprattutto sul cambio dell’assessore nella delega alla Sanità, che è l’obiettivo primario dell’intera manovra per il rimpasto. Con i suoi avrebbe rimarcato che è essenziale un cambio di rotta nel settore, anche alla luce delle molte richieste, arrivate al partito, di rispondere alle crescenti esigenze sempre più complesse nel campo della salute.


Il distinguo


Non una bocciatura tout court dell’attuale assessore alla Sanità in quota Lega Filippo Saltamartini, che comunque ha portato a casa la riforma delle Ast e il nuovo Piano socio sanitario come promesso in campagna elettorale. Ma la gestione di un settore così impegnativo - l’argomentazione portata da Latini al confronto con gli alleati di venerdì e, prima ancora, nel vis-à-vis con Acquaroli - richiede l’esperienza di un professionista in grado di guidare la sanità verso il rilancio dei servizi. E siccome la responsabilità della delega è della Lega, secondo Latini sta al partito disporne come meglio ritiene. 


La quota rosa


Di qui, l’ipotesi di un tecnico, una figura di alto profilo che conosca da vicino gli ingranaggi della macchina sanitaria. Ma Acquaroli ha fin qui blindato Saltamartini, non volendo sentir parlare di una sua uscita dalla giunta. E allora è stato ipotizzato - tra i tanti scenari alternativi valutati in questi giorni - di affidare a Saltamartini altre deleghe e far entrare il tecnico (che sarebbe una quota rosa) al posto di Chiara Biondi. Per il momento, dei tre assessori leghisti, quello che sembra più al sicuro è Andrea Antonini. E pensare che all’inizio era dato dal borsino del toto giunta come il più debole. La levata di scudi delle associazioni di categoria non pare essere caduta nel vuoto.
 

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