ANCONA Fa discutere la presenza della nave con bandiera panamense carica di frumento estero che, da diversi giorni, sosta nel porto di Ancona. Il timore degli agricoltori marchigiani è che la materia prima possa contenere sostanze pericolose in quantità superiori a quelle autorizzate dall’Ue e che sia destinata ai mulini del territorio e ai pastifici. Per legge, tuttavia, sul pacco devono essere indicati sia il paese di origine della coltivazione del grano, sia quello di molitura.
La filiera corta
Ma c’è chi va oltre. Come Entroterra spa o la Pasta di Camerino che, da 15 anni, ha dato vita ad un accordo di filiera sul territorio che coinvolge non meno di 200 agricoltori. Dal Fermano all’Anconetano, l’anno scorso ha riguardato ben 7800 ettari e 330 tonnellate di grano. «Non demonizziamo il grano duro che proviene dall’estero - commenta l’amministratore delegato Federico Maccari - ma vogliamo valorizzare il grano duro marchigiano».