Caso Erdis, sindacati sul piede di guerra: «Adesso la Regione ci ascolti»

Caso Erdis, sindacati sul piede di guerra: «Adesso la Regione ci ascolti»
Caso Erdis, sindacati sul piede di guerra: «Adesso la Regione ci ascolti»
di Martina Marinangeli
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Lunedì 26 Giugno 2023, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 10:26

ANCONA - Il caso era scoppiato a fine 2021. E ad un anno e mezzo di distanza la questione non si è ancora risolta. Anzi. Le posizioni si sono ulteriormente inasprite. Parliamo del nodo delle esternalizzazioni all’Erdis, l’Ente per il diritto allo studio, che sta riportando i sindacati sul piede di guerra. 

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Il precedente

All’epoca, nel mirino delle sigle era finito l’allora assessore regionale agli Enti dipendenti e alle Partecipate Guidi Castelli - oggi senatore e commissario alla ricostruzione post sisma - che aveva messo sul tavolo l’ipotesi di rivedere e correggere il sistema Erdis con l’intento di razionalizzare le risorse e garantire più borse di studio agli studenti.

Cosa che aveva fatto subito suonare un campanello d’allarme. Ora ad essere chiamati in causa sono invece gli assessori Goffredo Brandoni - subentrato lo scorso novembre a Castelli - e Chiara Biondi, che ha le deleghe all’Università e al Diritto allo studio. Le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, UilFpl e le Rsu, lo scorso venerdì, hanno infatti inviato ai due rappresentanti della giunta Acquaroli una lettera di fuoco per chiedere un incontro urgente, «richiesta già formulata con la nota del 18 maggio e di fatto non ancora avvenuto», la stilettata delle sigle.

La questione irrisolta

La questione sul tavolo è appunto quella «dell’esternalizzazione di servizio (magazzino) senza nessuna informativa preventiva e la ricollocazione dei lavoratori ad altre mansioni, che in parte ci è stata già illustrata nell’incontro del 7 giugno dal direttore generale». Decisioni contro cui i sindacati sono pronti a fare le barricate: «In passato - ricordano - si è assistito all’accesso da concorsi esterni verso l’Erdis di personale in ruoli apicali che, purtroppo, non conosceva affatto le dinamiche lavorative e organizzative dell’Ente e ci si è trovati nella paradossale situazione che personale in categorie B o C dovesse spiegare loro dinamiche e funzionamento dei processi lavorativi». E l’intemerata non finisce qui: «Peggio ancora, si sono avuti casi in cui dipendenti, giunti in mobilità, hanno invece voluto portare il loro modus operandi senza neanche cercare di comprendere il funzionamento dell’ente generando in molti dipendenti una totale disaffezione al lavoro». I sindacati chiedono invece alla Regione «una politica di valorizzazione del personale interno» e sollecitano l’incontro per avere un confronto diretto sulla questione anche con la presidente del consiglio di amministrazione dell’Erdis Maura Magrini, e con il direttore Giovanni Pozzari. La situazione si è insomma fatta incandescente intorno all’Ente, su cui da qualche giorno hanno iniziato a soffiare venti di tempesta. E ora la palla è stata lanciata nella metà campo di Palazzo Raffaello.

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