Bugaro e l'addio a Berlusconi: «Caro Cav, che dolore. Hai segnato la mia vita»

Bugaro e l'addio a Berlusconi: «Caro Cav, che dolore. Hai segnato la mia vita»
Bugaro e l'addio a Berlusconi: «Caro Cav, che dolore. Hai segnato la mia vita»
di Andrea Maccarone
3 Minuti di Lettura
Martedì 13 Giugno 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 16:04

Giacomo Bugaro, ex consigliere regionale del PdL, figura di spicco di Forza Italia. Nel giorno della morte di Silvio Berlusconi quali pensieri la assalgono? 
«Un’enorme tristezza. Silvio Berlusconi è stato un uomo che ha segnato profondamente la mia vita. Ho appreso tanto da lui, avendo avuto la fortuna di frequentare anche le sue residenze». 

Com’era Berlusconi nella vita di tutti i giorni? 
«Una cosa mi colpì: trattava il personale di servizio delle sue abitazioni allo stesso modo dei capi di Stato.

Aveva una grande umanità. E poi era un narratore, ti ammaliava con le sue storie. Come quella sulla Coca-Cola». 

Cioè? 
«Un giorno, nella sua casa di Arcore, ci riunì nel parlamentino. Ci spiegò come, con la sua pubblicitaria, convinse gli imprenditori ad investire sulle sue reti televisive. Ci illustrò, attraverso vari grafici, la regola aurea della Coca-Cola, ovvero: se il brand, consapevole della sua forza, avesse diminuito del 10% il budget destinato alla pubblicità, sarebbero diminuite del 10% anche le sue vendite. Un genio del marketing. Ma il bello avveniva sempre dopo le sue disquisizioni». 

Ovvero? 
«Ti prendeva sottobraccio, ti guardava ammiccando e poi diceva: “Ti sono piaciuto?”».

Ad un certo punto lei lasciò Forza Italia per Ncd. Come la prese Berlusconi?
«In quel periodo ero andato a trovarlo insieme ad Antonio Tajani. Silvio mi guardò, mi accarezzò il viso e mi disse: “Giacomo, Forza Italia è casa tua. Torna”. Non ho potuto dirgli di no». 

Nel 2015 lei, di nuovo in Fi, appoggiò la candidatura di Gianmario Spacca alle regionali contro Ceriscioli. Berlusconi cosa le disse? 
«Ricordo che tra febbraio e marzo di quell’anno mi telefonava quasi tutte le sere. Passavamo ore a parlare. Lui voleva che fossi io a candidarmi alla presidenza della Regione, io insistevo per l’appoggio a Spacca così da spezzare l’asse a centrosinistra. Mi sbagliavo».

Di quelle telefonate che ricordo le rimane?
«Una riflessione che facevo ogni volta che chiudevo il telefono: mi trovavo sul divano, accanto a mia moglie, e realizzavo che avevo appena parlato con uno degli uomini politici più potenti al mondo, ed era esattamente come se avessi parlato con il mio migliore amico. Era veramente un uomo straordinario».

Le caratteristiche che più l’hanno colpito? 
«Era un uomo che ha vissuto due vite. Riusciva a gestire le pressioni degli impegni e gli attacchi. Era d’acciaio. Bastava incontrarlo e stare insieme a lui per percepire tutto questo. Aveva un carisma enorme. Non aveva paura di nulla».

L’ultima volta che l’ha visto? 
«A settembre scorso. Ero con i miei due figli. Berlusconi si divertiva a fare selfie con loro. Ci siamo abbracciati e baciati, ma ho visto che era molto provato. Ho pensato: questa è l’ultima volta che lo vedo. Purtroppo è stato così». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA