ANCONA - È stato il jolly estratto dal cilindro per mettere fine alla crisi di governo e far scorrere i titoli di coda sul golpe tentato dalla Lega per il rimpasto di giunta. Ma dopo oltre un mese, della figura del sottosegretario alla presidenza di giunta non c’era ancora traccia. Ieri si è corsi ai ripari inserendo fuori sacco all’ordine del giorno del Consiglio regionale la delibera di giunta del 30 ottobre - approvata in aula a maggioranza - che disciplina questo nuovo profilo, istituito con riforma statutaria approvata in seconda lettura lo scorso febbraio. Ora manca solo il decreto del governatore Francesco Acquaroli e il sottosegretario sarà finalmente operativo.
Probabilmente già per Natale.
La quadra
E c’era stata convergenza unanime sull’ex primario del Pronto soccorso di Torrette Aldo Salvi, che da sottosegretario avrà come priorità la gestione della sanità. Un tassello che, secondo la maggioranza, è fondamentale per supportare presidente ed assessori nella loro attività. E non a torto, dato che gestire in sette la sequela infinita di deleghe da cui dipende la corretta amministrazione della Regione non è semplice. Le opposizioni hanno invece posto l’accento sul fatto che, in quanto scelto all’esterno del Consiglio regionale, il sottosegretario costerà 133mila euro extra nel triennio 2023/2025. E questo aspetto ha portato anche al voto contrario dell’esponente della maggioranza Giacomo Rossi.
«Il centrodestra marchigiano fa pagare di tasca propria ai cittadini il prezzo dei suoi litigi interni», tuona il Partito democratico. «Il sottosegretario sarà il tutor dei due assessori che si occupano di sanità, ovvero Filippo Saltamartini e Francesco Baldelli», l’affondo della capogruppo 5 stelle Marta Ruggeri. Nessuno però mette in dubbio le capacità di Salvi, che finalmente potrà entrare nel ruolo